La mia foto profilo non è casuale, ho scelto lei non perché è venuta particolarmente bene (anche se... il suo lo fa...), ma perché gli Arctic Monkeys sono ciò che più al mondo mi rappresenta.
Generalmente sono amati dalla mia generazione per pochi, semplici e comprensibili motivi:
Alex Turner è un figo, e questo tendenzialmente fa (non mi sento di inserirmi in questa casistica).
Sono quell'insieme tra rock e indie, molto evocativo, diretto ed allo stesso tempo potente.
Poi rappresentano un pò il classico momento adolescenziale in cui si alternano malinconia e consapevolezza (fittizia) di poter spaccare il mondo... e forse in questo mi identifico in fin dei conti.
Con me però gli Arctic sono andati oltre, hanno strafatto senza esserne consapevoli (e direte: "graziealc..." comprensibile!).
Sono arrivati nel classico periodo della prima importante delusione d'amore, la quale coincideva con i diciott'anni, età più complessa a mani basse.
In pochi giorni, per via di un insieme di eventi che sono concorsi tutti in un'unica data, 29 Novembre (indimenticabile), mi sono ritrovato dall'essere il centro sociale della scuola intera, ad essere solo, rilegato in un angolo per volontà.
Sapete no... in quei periodi puoi avere tutti gli amici del mondo, ma vorrai sempre stare solo con te stesso e nessun altro, nemmeno le persone più importanti.
Solo una persona poteva accedere al mio cuore e alla mia mente: la mia amica musica.
Ovviamente conoscevo già Alex e compagnia, principalmente per via di AM... quell'album è iconico sin dalla sola copertina.
Però alle sue spalle vive un capolavoro, una meraviglia dell'universo, anzi, una meraviglia del cuore: "Favourite Worst Nightmare".
L'approccio è stato brutale con "Only Ones Who Know".
Immaginate un ragazzino, appena mollato male, in piena crisi adolescenziale, che sente un semplicissimo accordo di chitarra malinconico ed una voce triste che dice "in una terra straniera, ciò che la salvava era una sensazione, che ciò che lui stava rubando era proprio un cuore"... mi sono sentito coinvolto, c'era Alex Turner che parlava di me, me lo stava sussurrando all'orecchio, a me...
Poi continua: "La gente rende fin troppo facile credere che, Questo vero romanticismo non possa più realizzarsi, di questi tempi".
È stato uno shock, mi ha rapito.
A quel punto decido di ascoltare l'album intero, come si deve, e i primi 4 brani, da "Brianstorm" a "D is for dangerous" mi danno una carica pazzesca... è come se mi avessero preso di peso dal letto, sollevato ed obbligato a correre correre e correre, per arrivare non so dove, ma correre, anche solo per tornare a vedere il mondo, per dirmi "Guarda che ce la fai, sei solo un diciottenne che si è lasciato, la vita mica finisce qui, alzati e corri".
Poi arriva "Fluorescent Adolescent"... è difficile far capire cosa rappresentava questo brano, dovreste conoscere la storia che stava dietro a questo momento e ci vorrebbero 15 recensioni per spiegare... (è comunque un pezzo allegro, in un certo senso scanzonato ma, anche lui, dritto come una spada)
Gli altri brani sono ancora carichi, veloci, spigliati, figli quasi di un Garage Rock ma con la Delicatezza dell'indie. Contribuiscono tutti all'idea che ho del mondo in quel periodo: è tutto un po giallo, ovattato, come fossi in pub inglese ocra degli anni 40'... un giallo poco saturo però, abbastanza grigio e triste con, al posto della luna, un microfono anni 50 (mi pare si cuiamasse Shure o una cosa del genere).
In mezzo a questi però c'è il brano che più di tutti mi ha stretto a morsa ogni parte del corpo:
"Do me a favour"... ve la racconterei tutta ma dovete ascoltarla leggendo il testo e lasciandovi rapire dalle sue immagini. È incazzata, triste, audace ma anche delicata... è tutto quella canzone, è me in quel periodo, un vulcano di emozioni contrastanti... ma la cosa bella è sempre quel maledettissimo velo di malinconia, che accompagna tutto l'album, ma questo brano in particolare... e poi arriva la frase che più di tutte ha cambiato il mio modo di leggere un testo:
"Lei si allontanò, beh, le sue scarpe erano slegate
e gli occhi erano tutti rossi,
potevi vedere che avevamo pianto, e io guardavo e aspettavo
Finché lei era dentro
Forzando un sorriso e facendo un cenno d'addio"
Ho i brividi solo ad immaginare quei brevi ma interminabili secondi in cui viene sussurrata, con dolore ma anche con una sorta di compassione... cioè, te lo dice davvero con gli occhi rossi e forzando un addio, quasi non uno sguardo di amore ma anche rassegnazione.... e poi Raccontava di un addio, niente di meglio in quel momento.
"505" non sono nemmeno in grado di raccontarla... ancor più di "Do me a favour" è l'esatto connubio tra tristezza ed incazzatura, come quando i bambini piangono perché gli togli il giocattolo ma intanto ti stanno guardando con tutto l'odio che hanno in corpo, pronti ad urlarti addosso sgretolandosi le corde vocali. Alla fine non lo fanno, rimane dentro, e questo mix interiore è proprio "505"... infatti Alex passa dall'organetto tranquillo e vellutato, a tutta la potenza della chitarra e della sua voce, in pochi secondi, come facevo io.
Insomma "Favourite Worst Nightmare" non è solo un album per me... racconta un periodo in cui le emozioni erano molto mischiate tra loro e avevo bisogno io in primis di fare ordine, ed anche di avere un amico vicino che non fosse davvero un mio amico, ma che fisicamente mi lasciasse, da solo, prendere gli spazi di cui avevo bisogno.
Per me rimarrà sempre questo Favourite, rimarrà per sempre la mia personalità calata in musica, nonché la mia prima rinascita adolescenziale.
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