Mi piacciono gli Arctic Monkeys: mi piacciono perchè le loro canzoni piu' le si ascoltano e piu' le si apprezzano, e comincio a pensare che chi non li gradisce forse non li ha degnati di cosi' tanti ascolti e mi innervosiscono tutti gli Indie-fondamentalisti che li considerano l'ennesima merda d'Albione pubblicizzata da NME.

Loro rispetto a tutta la nuova British Invasion dei vari Kaiser Chiefs, Bloc Party, The Kooks, The di quà, The di là hanno qualcosa in piu'. Loro hanno riportato alla luce quel modo di suonare la chitarra cosi' semplice ma proprio per questo efficace, con quei ritmi sbarazzini e sincopati che farebbero muovere il culo a chiunque; loro mi piacciono perchè sono inglesissimi, con quell'accento volutamente enfatizzato da bulletti del Nord, mi piacciono perchè i loro singoli mi ricordano quelli degli Oasis, con tutta quella cura per le B-Sides che a volte sono meglio dei singoli stessi, e questo EP ne è a mio parere la dimostrazione.

Dopo pochi mesi dal successo planetario di "Whatever people say I am that's what I am not", il quartetto di Sheffield ci ha voluto di nuovo deliziare con questo piccolo prodotto, che stranamente è passato un po' inosservato rispetto all'album d'esordio e al seguito "Favourite Worst Nightmare", ma non per questo è da considerare inferiore; "The View From the Afternoon" già la conoscevamo con i suoi intrecci di chitarre e la sua magnifica batteria ma sono le restanti canzoni a stupirci ancora: "Cigarette Smoker Fiona", evoluzione di una vecchia demo del gruppo, è una scarica di adrenalina, potente e graffiante. Alex Turner è un poeta, lo si puo' amare o odiare ma non ignorare, i sui testi sono spaccati di vita quotidiana e la sua voce un po' roca ma squillante li interpreta in modo egregio. E allora ci troviamo di fronte a capolavori pop come le successive "Despair in the Departure Lounge" e "No Buses".

Un ultimo appello per gli Indie-integralisti: ascoltatevi infine la title-track, quasi 6 minuti di pura genialità, un testo da brividi, due canzoni in una e una parte di chitarra alla fine che con 3 note ti spiazza, come del resto tutte le canzoni delle scimmie artiche... a voi la scelta, altrimenti continuate ad ascoltarvi i vostri Dream Theater del cazzo (ora non è riferito agli Indie)...

IT'S ONLY BRITPOP BUT I LIKE IT

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