Arrivo in ritardo, già due recensioni sono state scritte su quest'album, ma non potevo trattenermi da dire comunque il mio modesto parere su quello che è uno dei migliori album della storia del metal (se non dell'intera storia della musica): La Masquerade Infernale dei maestri del bizzarro Arcturus.

E' davvero difficilissimo parlare di quest'album senza essere banali. La recensione potrebbe essere lunga dieci righe con una sola parola "capolavoro". Ma cercherò di fare del mio meglio per descrivere le sensazioni che questo gioiello di inestimabile valore suscita in me, dunque, quella che segue non sarà una recensione "tecnica" e potrà sembrare a tratti un po' troppo retorica ma questo è il mio stile.

Già dai primissimi secondi La Masquerade Infernale ti getta nell'atmosfera comune a tutte le tracce. Master of Disguise è una dichiarazione d'intenti, si tratta della porta per gli Inferi, "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate": chi inizia ad ascoltare quest'album, se ha una mentalità musicale aperta, intraprende un percorso che lo segna nel profondo e non ha alcuna speranza di liberarsene. Le note della musica infernale e al tempo stesso teatrale è come il sorriso del giullare seducente che invita la ragione a cedere: non possiamo farci niente, il Maestro del travestimento ci ha già impossessati e sentiamo il bisogno di bere ancora da questa fonte sulfurea. Siamo solo all'inizio ma la nostra anima è già corrotta da una musica oscura e da un testo che trasuda satanismo da ogni dove.

He is profanity in sancitity`s guise
An alias assumed I do recognize
In their eyes , his cause -
when enticing and cunning in impact
is still a criminal and evil act.

Si passa ad un altro brano, ancora più oscuro di quello precedente: Ad Astra. Il termine latino "astrum" significa stella ma, al plurale, può significare "cielo". Questa è una preghiera perversa al Cielo, un'espressione di pura avversione a Dio. Il breve testo che accompagna una musica a dir poco claustrofobica è un palese dito medio al Signore e alla religione, un inno alla morte di Dio. Gli ideali della religione sono ormai passati, Gott ist tot.

I have everywhere sought

and nowhere found.

Non ha trovato da nessuna parte Dio perchè ormai non appartiene più al presente.

In secret to my soul

They are Ideals of old.

Ed è ora il momento della canzone che preferisco di questo album (anche se le adoro alla follia tutte), The Chaos Path, il sentiero del chaos, quello in cui la nostra anima si è ormai perduta. Ormai, proprio come la religione, ormai anche la nostra anima è morta. Il terzo occhio riflette le immagini di un vasto passato riluttante, come recita il ritornello: il terzo occhio è un organo, secondo alcune religioni, capace di vedere realtà extrasensoriali e ha a che fare con lo spirito ed uno stato di illuminazione. Ma all'Inferno non c'è spazio per lo spirito e l'illuminazione...

Title track molto breve, solo un paio di minuti, riempiti dalle note ripetitive di un pianoforte accompagnato da uno strano suono e da delle voci di cui non si riescono a capire bene le parole: ci sentiamo persi, abbiamo smarrito la strada e, a differenza di Dante, non abbiamo una guida in quest'Inferno. La canzone è capace di farci perdere l'orientamento, grazie all'effetto estremamente straniante delle sue note.

La solitudine del nostro viaggio nel mondo degli inferi viene resa esplicita da Alone, la canzone musicalmente più violenta e dura dell'intero album, il cui testo è composto dalle parole di Edgar Allan Poe, il celeberrimo scrittore, con cui esprime la solitudine che è stata come un fil rouge nel corso della sua vita.

And all I lov'd, I lov'd alone.

E dalle parole di Poe passiamo alle parole di un poeta norvegese, Jørn Hernik Sværen, tradotte per noi dal cantante Garm per il sesto capitolo di questo capolavoro, The Throne of Tragedy, una canzone di grande smarrimento esistenziale e sofferenza, tema che fa da sfondo a tutto l'album. Le parole sussurrate all'inizio ci dicono che ormai le Tavole della Legge date da Dio a Mosè hanno perso importanza, per mezzo di una bellissima metonimia:

From this day forth

are the heights of Horeb broken

and the sea of sulfur

- ice

Il monte Oreb è stato identificato come il monte Sinai in cui si è svolta la consegna del Decalogo: le sue cime sono rotte, dunque lo è, per esteso, lo stesso Patto con Dio, e il mare di zolfo, l'Inferno, è ghiacciato. Da ciò deriva una sensazione di smarrimento e di perdita di senso, le certezze dell'uomo, che da sempre si sono fondate in larga parte sulla religione, vengono a mancare: è palese una ripresa della filosofia nichilista di Friedrich Nietzsche. Ed è in questo momento che Lucifero ci parla, lui garantisce la nostra morte, anche se non è giunto ancora il momento: le nostre sofferenze non sono ancora cessate.

Painting My Horror è la canzone in cui maggiormente è presente il carattere demoniaco della band, dal punto di vista del songwriting: è nichilismo e satanismo allo stato puro. Ormai anche noi siamo diventati dei diavoli, la nostra anima è diventata nera. La musica, probabilmente la più teatrale dell'intero album insieme a quella di The Chaos Path, sembra quasi elogiare il nostro essere diavoli, è un inno al Male che siamo diventati: ormai siamo dei Satana e trascendiamo la morale comune, la blasfemia è diventata la nostra essenza.

Pure I live in blasphemy
Mephisto I am hidden in Madonnas gown
From the code of common sense I`m free

E ancora una volta torna il grande genio tedesco di Nietzsche, con un'affermazione che avrebbe suscitato il suo plauso:

I do not envy the conscience pure
of the blind man in his bliss world
I would not be devoid the fruit of guile

Chi ancora è ancorato alla fede in Dio, è solo un uomo cieco che si è costruito un mondo di beatitudine e ordine per sfuggire alla caotica realtà del mondo, che non intraprende il sentiero del chaos.

E giungiamo così all'ultima, teterrima canzone di questo capolavoro, Of Nails and Sinners. La nostra diabolica metamorfosi è compiuta e coronata con quest'ennesimo inno al rifiuto di Dio.

Questo è La Masquerade Infernale, un album black metal nel songwriting ma che è lontano anni luce dal genere che ha reso grande la Norvegia metallica. In questo viaggio all'Inferno, noi siamo dei perversi Dante Alighieri: lui ha attraversato le terre di Lucifero per raggiungere il Paradiso, Dio e Beatrice; noi lo attraversiamo per raggiungere Lucifero e lasciarci possedere da lui. Note antireligiose e nichilistiche pervadono le nostre orecchie, il nostro cervello e la nostra anima, rendendoci liberi dalla luce di un'illusione, non ci inchineremo mai più alla luce divina.

You obsessively pursue him
Falling to see, that was why he came to be
one who annihilates with such impunity

Non commetteremo mai più quest'errore...

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