Formatisi venti anni fa ad Oslo e diventati nell’arco di pochi anni una delle migliori all-star band di sempre nel metal estremo, tornano nel 2006 gli Arcturus con il loro ultimo prodotto, dopo del quale si scioglieranno a causa dei molteplici impegni dei singoli membri, il bellissimo live “Shipwrecked In Oslo”.
Nonostante siano passati vari artisti tra le fila della band, questi Norvegesi si dimostrano per tutta la durata del disco, estremamente compatti offrendo una prestazione limpida, senza alcun calo qualitativo da parte di alcun membro, che si tratti della voce di Simen (Icx Vortex), passando per il duo chitarristico Valle e Moren, o per la sezione ritmica con Skoll ed Hellhammer, i nostri (Steinar fa poco testo, essendo un mago) riescono a portare avanti per 80 minuti un concerto, senza sbagliare passaggio alcuno.
Il concerto in questione, che altro non è che la migliore testimonianza live degli Arcturus, si è tenuto il 17 Settembre 2005 nel Rockfeller di Oslo e ricopre nella sua durata tutta la carriera di questi navigatori musicali, partendo dal capolavoro di Black Metal di “Aspera Hiems Symfonia” che nel 1995 ce li aveva fatti conoscere, fino a quel “Sideshow Simphonies” datato 2005, che ad oggi è l’ultima registrazione su disco di casa Arcturus.
La pressoché totale mancanza di barriere musicali nelle composizioni arcturusiane, permette così ai nostri di proporre non solo musica composta nella maniera a loro più confacente, ma li aiuta anche ad offrire agli spettatori un vero e proprio spettacolo artistico, nel quale la musica è solo uno degli elementi: questo “Shipwrecked In Oslo” infatti non solo è un prodotto musicale, ma entrano in gioco anche elementi molto più teatrali (splendidi i costumi di scena che portano alla mente una figura che è un ideale punto di incontro tra un pirata ed un vichingo); troviamo in oltre sul palco assieme ai musicisti un elevato numero di danzatori, che assieme agli schermi posti sullo sfondo del palco e che passano immagini delle spazio (ricordiamo che col tema dell’universo gli Arcturus, per altro la terza stella più brillante di notte, sono legati in maniera particolare), rendono l’atmosfera più sfarzosa ed affascinante.
Passando alla musica, dopo alcuni momenti di tastiera che introducono la band sul palco, si parte subito con “Ad Absurdum” da “The Sham Mirrors”, che anche in sede live non perde la sua carica, presentandosi al contempo potente ed estremamente allucinata grazie a partiture tastieristiche che contribuiscono a creare un’atmosfera estremamente tetra. Ritmicamente il gruppo si dimostra, come se ce ne fosse bisogno di un’ennesima dimostrazione, estremamente preparato, vario e capace di tirar fuori ritmiche serrate ma mai esagerate. Vortex contribuisce ad impreziosire, assieme alle chitarre che compiono gesta davvero da applausi, ancora di più la traccia con la sua voce operistica che incupisce ancora di più i toni. Si continua poi con pezzi estratti ancora da “Sham Mirrors” quali “Nightmare Heaven” alternati con il disco più recente, il contestato “Sideshow Symphonies”, fino ad arrivare a pezzi di quello che da molti viene considerato il vero capolavoro degli Arcturus, quel “La Masquerade Infernale” che tanto successo gli ha portato: è proprio nel riproporre questi pezzi che a mettersi in mostra è Vortex, che riesce ad interpretare alla perfezione delle canzoni scritte per un vocalist quale Garm, vero punto di riferimento nel BM.
I nostri continuano così a sciorinare songs con dei risultati assolutamente di prim’ordine, intervallati a brevi solos dei singoli musicisti, anch’essi di buona fattura ed infarciti di tecnica sapientemente dosata e messa a disposizione della melodia.
In tutto questo trionfo di avantgarde metal, non bisogna però scordare che chiunque abbia preso parte a questo folle progetto è prima di tutto un musicista black, continuano le danze pezzi come “Raudt Og Svart” dal primo “Aspera…”, o ancora “Master Of Disguise”, senza dimenticare “Hufsa”, ancora una volta presa dall’ultimo “Sideshow”, che rappresentano l’animo più oscuro del combo norvegese.
A chiudere il disco ci pensa “Arcturus Rehearsal”, un insieme dei vari pezzi suonati poi nei vari dischi.
Splendida la versione DVD, estremamente curata dal punto di vista grafico, con tutti quegli elementi esterni alla musica di cui prima si è parlato e che contribuiscono ad arricchire il prodotto in maniera significativa, con l’unico appunto da dover fare al synchro, spesso fuori tempo.
Credo che sperare in una esibizione migliore di questa, tenendo conto del fatto che riproporre alcuni pezzi sarebbe stato del tutto impossibile, sia davvero un’ipotesi da non prendere in considerazione, dal momento che questi musicisti si sono dimostrati non solo tecnicamente ineccepibili, ma anche dei veri e propri animali da palco, risultando estremamente coinvolgenti ed attenti a far diventare anche il singolo spettatore parte integrante del concerto.
Chiudo la recensione con un sentito ringraziamento da parte mia a chiunque abbia contribuito alla realizzazione di questo gruppo, che sfortunatamente dopo questo lavoro si è dovuto sciogliere.
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