"Maledetti" rappresenta la massima espressione del movimento della Controcultura, il ramo più in evoluto della complessa sperimentazione iniziata dagli Area nel 1973.
Il prefetto quadro nel caos post-industriale italiano.
Per capire meglio l'album però bisogna non solo guardare il disco in se che già da solo grazie ai testi di uno Stratos molto cresciuto e non più sotto il controllo concettuale di Gianni Sassi che fino a "Crac!" aveva guidato le liriche e di due super guest, ma anche e sopratutto la situazione italiana.
Fine 1975, inizia una crisi che si protrarrà per più di un decennio che svaluterà la lira, cosa che indurrà ad una pesante offensiva padronale che azzererà un decennio di lotte operaie.
Una transizione che lascia un profondo solco non solo nell'abito industriale ma anche nel contesto sociale.
In questa situazione di stallo le occasioni per porter fare concerti si riducono notevolmente (i vari festival Controculturali come il Re Nudo sono ormai morti) e il pubblico si comincia a disinteressante alla scena Prog, alcuni gruppi come PFM, New Trolls e Orme si adeguano passando ad un Pop sofisticato o a semplice musica da camera.
Gli Area invece si cominciano a dedicare a studi individuali, collaborazioni oppure lasciano il gruppo, Stratos torna in Grecia e collabora con John Cage, Tofani abbandona il progetto per diventare un monaco, Tavolazzi e Capiozzo dapprima studiano la musica popolare dei Paesi Baschi e poi si uniscono per un breve periodo all'orchestra Mingardi, dove Capiozzo deciderà di restare.
Infatti prima di entrare in studio decisero che quella sarebbe stata solo una collaborazione e che in futuro si sarebbero allontanati dal progetto.
Una volta ricongiunti i membri principali venne notato che le varie influenze si erano evolute e ampliate rendendo il futuro disco il più eclettico mai concepito.
Vennero chiamati due ex collaboratori di Stratos, Paul Lytton e Steve Lacy rispettivamente percussionista e sassofonista.
Anche se più avanti ci saranno molti altri collaboratori come Eugenio Colombo fondare dell'Italian Instabile Orchestra, di Walter Calloni e Hugh Bullen.
Ora, dopo questa piccola parentesi prettamente storico/informativa parliamo del perché questo album va valutato prima di tutto per il contesto sociale.
La poetica contenuta nelle liriche è di decenni avanti al tempo nel quale è uscito il disco.
La storia si basa su un cervello robotico il cui compito è custodire la storia dell'umanità (rappresentazione concettuale delle biblioteche) che perde la memoria (Evaporazione) a causa, del caos imperante nella società (Diforisma Urbano, tra l'altro Diforisma è un neologismo creato dagli Area stessi, deriva dal milanese "s'té fœura" che significa "ma sei fuori?" si usa per indicare una persona molto stressata che reagisce in modo sconclusionato le cose).
Pare di da questa base gli Area mostrano 3 possibili scenari
Il primo scenario si sceglie di dare il potere agli anziani (Gerontocrazia) poiché essi detengono la memoria del passato ma tutto ciò porta a una dittatura del ricordo.
Nel secondo invece viene dato il potere alle donne, il motivo di questa proposta da parte degli Area si deve alle lotte femministe che dopo il 68 erano esponenzialmente aumentate, il titolo di "Scum" infatti deriva dal libro di Solanas, una femminista famosa per aver attentato Warhol.
Con "Il massacro di Brandeburgo tre in Sol Maggiore" ci fa accorgere che questi vari tentativi cominciano a provocare disordini nella società e causano una ulteriore perdita del ricordo dell'umanità fino a eliminare completamente tutti i progressi fini all'era neoclassica.
Dopo ciò lo scettro passa in mano ai bambini (Giro, Giro, Tondo) che tentano di ricostruire la società grazie all'innocenza e alla fantasia.
Dopo queste 3 fasi, senza contare l'intermezzo, si raggiunge l'ormai inevitabile finale, "Caos II".
Questa traccia in realtà è il continuo di "Caos" una improvvisazione durante un concerto, ma mai registrata.
Ciò mi porta a reputare Maledetti non solo il miglior album degli Area ma il migliore che io abbia mai ascoltato ed è la dimostrazione di come gli Area siano uno dei pochi gruppi che non solo sperimenta ma che costruisce attorno a se un immenso quadro che altro non è che una chiave di volta per capire la società italiana, passata e presente.
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