Una delle tante meteore britanniche del progressive rock sono gli Argent, gruppo vissuto dal 1968 al 1976, con una produzione piuttosto prolifica se si tiene conto che la pubblicazione dei sette album in studio è concentrata tra '70 e '75. Essi traggono il nome dal tastierista e cantante, Rod Argent, noto per essere stato precedentemente parte della fortunata formazione degli Zombies -e per questo già habitué dei leggendari studios di Abbey Road.

Con la formazione storica, organico a quattro ottimo per il prog, di cui faceva parte anche il cantante e chitarrista Russ Ballard -che lascerà il gruppo nel 1974-, scrive quindi alcuni album degni di memoria ed apprezzamento; in particolare "Ring Of Hands" (1971), "All Together Now" (1972) e "In Deep" (1973) incontreranno gli onori del tempo, malgrado -ahimé- non abbiano sfondato eccessivamente.

Il genere del gruppo è un rock perfettamente in linea con i canoni del tempo. Trascinato verso l'hard rock e l'heavy blues dalla chitarra e verso il progressive dalle tastiere. Non troppo pesante, né, quindi, troppo banale od insipido, ma anzi esecutivamente piuttosto impegnativo. A scrivere i brani sono prevalentemente lui, Rod Argent, coadiuvato dall'ex compagno di Zombies Chris White (che comunque non prende parte al gruppo, ricorda un po' Greg Lake con Pete Sinfield) e Russ Ballard.

Da questo quadro scaturisce nel 1972, appunto, "All Together Now", per molti apice della carriera del gruppo, uno squisito distillato di rock dagli spunti prog e hard di inizio settanta. Il disco si apre con il più noto brano degli Argent, "Hold Your Head Up", riuscito gioiellino che passerà alla storia, per poi toccare il frenetico rock 'n roll di "Keep on rolling", seguita da una serie di altre canzoni piacevoli e molto suggestive, per  concludersi con una mini suite, "Pure Love", che ci fa assaporare in chiusura il gusto del prog puro, con in primo piano l'organo del frontman di questa interessante band.

Lo stesso anno gli Argent registrano "God Gave Rock 'N' Roll To You", brano che verrà pubblicato però solo un anno più tardi come singolo e nell'album "In Deep", e che passerà alla storia per la celeberrima reinterpretazione dei Kiss.

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