Si sà la storia non si scrive con i "se" e i "ma", per gli Armored Saint, però, si può , per una volta, fare uno strappo alla regola. Cosa sarebbe successo se il loro cantante, il grande John Bush, avesse ceduto alle lusinghe dei Metallica che lo chiamarano nei primissimi anni della loro vita per sostituire Hetfield alla voce? Cosa sarebbe successo se, anni dopo, anche il bassista Joey Vera avesse abbandonato gli Armored Saint per sostituire il povero Burton sempre nei Metallica? Cosa sarebbe successo se il loro pregevole chitarrista David Prichard non fosse morto ad un anno dall'uscita di questo "Symbol of salvation" per leucemia?
Le risposte fortunatamente sono stampate nei manuali della musica Heavy metal e hanno tre titoli: "Master of Puppets" (1986), "...and justice for all" (1988) e "Symbol of salvation" (1991).
"Symbol of Salvation" è a tutti gli effetti uno dei migliori dischi Metal usciti negli anni novanta. Un disco che a distanza di quasi vent'anni dall'uscita suscita ancora emozioni, un caleidoscopio di grinta, melodia, tecnica che ha pochi eguali nel Power-metal americano. Senza ombra di dubbio può essere considerato anche il miglior lavoro di studio della band, perlomeno quello più maturo e bilanciato, non che il debutto "March of the saint"(1984) e "Raising Fear" (1987) siano da sottovalutare. Gli Armored Saint sono negli anni ottanta i portabandiera di quel power-metal tipicamente americano che sapeva unire alla perfezione il classico metal della NWOBHM europea con il thrash della bay-area, con l'aggiunta di temi epic-fantasy mai troppo invasiva. Insieme a gruppi come Metal Church, Vicious Rumors, Savatage, Sanctuary, Riot, Omen, Crimson Glory formeranno una scena ricca di talenti che però non sfonderanno mai a livello mondiale rimanendo relegati a gruppi di culto, se si esclude la piacevole popolarità raggiunta dai Savatage negli anni novanta.
I demo di "Symbol of salvation" furono registrati dal chitarrista fondatore della band David Prichard, chitarrista simbolo del power americano (singolare il destino che lo accomuna allo sfortunato Criss Oliva), che però il fato si portò via nel momento di entrare in studio nei primi mesi del 1990.
Dopo alcuni mesi di stop la band decise di proseguire il proprio cammino, il materiale era di prim'ordine e lasciarlo al proprio destino sarebbe stato troppo. Per onorare il lavoro di Prichard, vennero richiamati due ex chitarristi della band: Jeff Duncan e Phil Sandoval che andavano a completare una formazione da paura con John Bush alla voce, Joey Vera al basso e Gonzo Sandoval alla batteria. L'apertura affidata a "Reign Of Fire", un macigno mid-tempo con cascate di assoli e l'ugola di Bush che dimostra di non avere rivali, melodica e graffiante allo stesso tempo, ascoltare anche "Dropping like flies" per credere. I nuovi Armored Saint hanno smussato certamente gli angoli e la carica grezza degli anni ottanta, acquistando in melodia, songwriting e gusto nello stupire come in "Last Train Home" o nella "quasi" tribale "Tribal Dance", vero masterpiece del disco. Con l'evocativa semi-ballad "Another day" si chiude la prima parte di disco che riserverà nell'allora lato b le composizioni più aggressive come le thrashy "Spineless", "Symbol of salvation" e "Warzone".
Disco imprescindibile, come forse non ne escono più, quei dischi senza riempitivi, dove ogni canzone valeva l'acquisto. Se poi volete farlo vostro, qualche anno fa uscì una bellissima versione rimasterizzata con tre cd, l'originale, i demos con la chitarra del povero Prichard e un terzo cd con video e interviste ai membri del gruppo. Mi azzardo a dire che "Symbol Of Salvation" è uno di quei dischi da far ascoltare quando qualcuno ti domanda: "cos'è l'Heavy Metal?"
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