Del mio soggiorno in Germania (2001/2002) ricordo con sentita nostalgia due particolari consuetudini: la prima è quella che si rifletteva nelle cazzutissime feste universitarie a tema (settimanali!), la seconda si rifà alla bellissima sensazione che anticipava l'ingresso nel grande e provvistissiimo store cittadino cuginetto nobile del nostro MediaMondo. Dico nobile perché con grande àplomb esso ti permette(va) di ascoltare tutti i cd, sigillati e no, utilizzando numerose attrezzatissime postazioni senza che nessunoi potesse importunarti e senza quegli stramaledetti ed inutili dispenser  dei soliti cinque cd in top 10 nostrani, che poi il più delle volte manco funzionano. Mi ricordo le "braccate" di cd con cui approssimavo il lettore impegnandolo fino a fare di me radici.

Così, il merito alla moderna e egualitaria terra di Germania di avermi fatto conoscere tantissima bella musica. Nel caso in questione tali Aromabar gruppo electrobeat/downtempo/twostep viennese composto, ora stabilmente, da Roland Hackl e Andreas Kinzl alla produzione e composizione e Karin Steger alla voce. La canzone che spopolava ai tempi si chiamava "All i want", conquistò subito anche me, tanto da voler approfondire la conoscenza di un genere che, per lo più, associavo a situazioni di intrattenimento evanescente e che trovava largo spazio nelle compilation Buddha bar o Café del Mar.  

Tuttavia, sebbene gli aromabar non disdegnino comparire nelle raccolte sopra citate, possiedono una certa incisività che, fortunatamente, li  allontana dall'inevitabile effetto saponetta caratterizzante tutte le compliation lounge/chill. Il disco, infatti, appare molto suonato con bassi pompatissimi ed una omogeneità molto rassicurante. L'eleganza del cantato e l'alternanza fra brani down-midtempo e ambient conferisce il giusto equilibrio  permettendo all'ascoltatore una volta tanto di prendere posizioni su eventuali preferenze fra un brano e l'altro.

Personalmente trovo molto affascinanti, oltre ad "all i want", il 2step di "Some Didn't Even Know My Name" e la ballata "Father". Tutto il disco si  lascia comunque ben ascoltare rinforzando le qualità di un'etichetta la INfra.com che ha, nel genere,  sempre proposto ottima musica (da citare Marshmellows, Taxi, Kosma).

Scusandomi per la sobrietà della trattazione (i tecnicisti del genere troveranno molto povero questo mio scritto) rimando all'ascolto di "Milk & Honey" ed alla scoperta dell'etichetta INfra.com.

Saluti latte&mielosi

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