Il sospetto che le giapponesi Ars Nova non fossero propriamente le alfiere del buon gusto mi era venuto per la prima volta al tempo del precedente cd "Android Domina" sulla cui copertina la leader Keiko Kumagai, pur non essendo stata particolarmente graziata da madre natura (dal punto di vista fisico, intendo…), si mostrava in una mise sexy ed in atteggiamenti saffico-sadomasochisti che lasciavano un po' perplessi. Ulteriore conferma la ebbi allorquando assistetti alla loro esibizione in quel dell'Alpheus, qui a Roma, durante la quale la tastierista si presentò sul palco con un esilarante abbigliamento che comprendeva guepiere di pizzo, stivali di cuoio a mezza coscia, parruccona boccoluta lunga fino al coccige. Ad ogni modo siccome al peggio non c'è mai fine in questo “Biogenesis Project” Keiko Kumagai cerca di andare oltre e si presenta in copertina seminuda e trasformata niente di meno che in una sorta di sexy vampiressa spaziale (a dire il vero, recuperando anche i primi dischi della band, ho potuto costantemente notarne gli artwork decisamente non improntati al minimalismo e alla sobrietà anche se questa volta credo si sia proprio toccato il fondo…).
Tralasciando gli aspetti iconografici passiamo a dire qualcosa sui contenuti musicali di questo nuovo cd che, lo segnalo agli appassionati, è un concept album di argomento fantascientifico (ho iniziato a leggere la storia sul booklet ma non chiedetemi di riassumervela in quanto mi sono annoiato mortalmente e ho lasciato perdere a metà… e sì che sono un grande appassionato di fantascienza!). Il cd vede la partecipazione di una nutrita schiera di musicisti ospiti tra cui segnaliamo i "nostrani" Gianni Leone (Balletto di Bronzo), Claudio Simonetti (Goblin), Lucio Fabbri (PFM), Alex Brunori (Leviathan) oltre ad Arjen Lucassen (Ayreon) e vari musicisti giapponesi alcuni dei quali provenienti dai Gerard.
Sinceramente, nonostante la pretenziosità del tutto, devo dire che il disco mi è scivolato addosso lasciandomi piuttosto indifferente. Dato che a comporre è sempre la Kumagai gli ingredienti sono sempre più o meno gli stessi dei lavori precedenti indipendentemente dal fatto che a suonare una data parte sia un musicista piuttosto che un altro: e allora vai con la solita sagra delle tastierone pompose e magniloquenti alla EL&P, con gli accenni più oscuri alla Goblin o Balletto di Bronzo, con i barocchismi e le scopiazzature della musica classica. Qualche accenno di novità è dato da un pizzico in più di metal, opera del chitarrone distorto di Lucassen, dagli sporadici vocalizzi di Leone, dall'occasionale cantato di Brunori e di tale Mika (da dimenticare come tutte le cantanti nipponiche) ma davvero siamo di fronte a poca cosa e di certo non ci si discosta più di tanto dalla passata produzione della band. Insomma per farla breve anche questo "Biogenesis Project" è un disco in cui la tecnica regna sovrana cercando di compensare le carenze a livello compositivo. Non può certo essere definito un brutto disco, ma che noia...
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