"con la grazia di chi non e' convinto che la rhumba sia soltanto quell'allegria nel tango"

Parafrasando Paolo Conte, di questo disco si potrebbe dire "con la grazia di chi non è convinto che il mambo sia soltanto quel languore nella salsa".

E il personaggio in questione è una vera leggenda della musica cubana, si potrebbe dire il Duke Ellington della salsa. Gli ha reso omaggio Marc Ribot con i due album dei Cubanos Postizos. E a me a quel punto è venuta voglia di abbeverarmi diretto alla fonte e mi sono cercato gli originali. E devo dire che ne vale la pena.

Vi si respira veramente aria di altri tempi. Pare di trovarsi in un locale fumoso (quanto mancano a me i locali fumosi, adesso son tutti precisini e asettici) a sorseggiare un bicchiere di rhum tra un havana e l'altro. Note languide e ruvide, ritmate e ballabili.
La complessità degli arrangiamenti dei pezzi è veramente notevole, fa pensare un po' alle big band del jazz degli anni '30. E qua ci troviamo nel periodo del dopo-guerra, i pezzi della raccolta sono stati incisi tra il 1946 e il 1953.

Questa è musica che è ritmata quasi quanto il rock e che armonicamente è altrettanto complessa del jazz. Non ha velleità intellettuali, è spontanea e fatta per ballare. E' contemporaneamente allegra e malinconica, dolce e amara, ha il sapore di un cocktail molto alcolico addolcito con zucchero di canna. Rodriguez tra l'altro era un virtuoso della "tres", la tipica chitarra cubana e portoricana (con tre doppie corde accordate "G-C-E"). Nei brani strumentali (come "Arpegio por Arsenio") se ne possono apprezzare le ottime doti soliste.

Nel seguente link sono riportete un po' di informazioni sul tres, strumento dal suono assai affascinante.


Che altro dire, buon ascolto e "Allora Mambo...".

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