Ci sono dischi che si possono ascoltare sul calare della sera, solo in quel lasso di tempo la loro musica può lasciarti dentro qualcosa. "Scissors Cut" è proprio uno di questi, un tipico album di Art Garfunkel, quindi un disco soffice e delicato mai invadente. Un disco in cui anche qualche imperfezione tra i solchi, qualche graffio, dona il suo contributo.

La carriera solista di Garfunkel è per gran parte trascurata, voce di cristallo a servizio di musiche trasparenti bilanciate, pulite. Ma la sua produzione non stona affatto se paragonata a quella del celebre socio Simon, è diversa, più personale e molto più tradizionalmente americana, anzi newyorkese. C'è quel sapore di standard, di music club fumoso in cui ci si ritrova quasi all'alba nelle canzoni. Una visione musicale che ha penalizzato Art non regalandogli più hit ma ascoltati nei momenti appropriati si rivelano perfetti i suoi dischi, non ascolti frequenti ma centellinati nel tempo spostando la puntina tra un solco e l'altro.

"Scissors Cut" è del 1981, marginale prima della reunion con Simon a Central Park. "A Heart in New York"  è magnifica, basta solo questa canzone forse, il resto scorre via fino al duetto con il vecchio amico Paul di "In Cars", una grafica in bianco e nero, nella busta un giovane Art a scuola, militare. Sul retro di copertina una foto a colori di una ragazza di cui si intravede solo parte del sorriso, è Laurie Bird. Amore segreto di Art morta suicida qualche hanno prima.

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