Low-fi riletto in chiave Pop

Gli Art Of Fighting sono quattro ragazzi australiani che hanno esordito con due EP di puro slow-core per poi passare, con il primo disco "Wires", ad un lo-fi nostalgico. Con questo secondo album ci regalano dieci canzoni che riprendono il discorso cominciato con il disco precedente.

Questo disco presenta quindi una struttura indiscutibilmente pop: le dieci tracce in esso contenuto spaziano dall'intimismo dei Sodastream alla malinconia dei Coldplay. Atmosfere rarefatte, immobili nell'aria come bolle di sapone e immortali nel tempo, interrotte bruscamente da martellanti esplosioni che richiamano alla mente le melodie delle ultime produzioni dei Sigur Ròs. Chitarra acustica sempre in primo piano e due voci, quella maschile e quella femminile, calde e famigliari. Caratteristica di tutti i brani del disco è il clima psicologico di sconforto e malinconia. Nonostante il cantato sia dolce, infatti, si avverte nell'album una profonda amarezza, come un amore perduto vissuto in modo tormentato: una sorta di ferita ancora aperta, un mal di vita incurabile. I testi non fanno altro che confermare questa loro caratteristica. Il tempo si ferma durante il dolce ritornello di "Sing Song": rimane lì, ad osservarvi, come i vitrei occhi impolverati di un peluche divorato dalla polvere nella vostra cantina. Questo sono gli Art Of Fighting: una calma placida e perfetta, che maschera un implosione di profonda tristezza. Le loro atmosfere languide e ariose sono espresse con una semplicità quasi minimale: questa non va confusa con la banalità, perché, come spero saprete, anche qualcosa di semplice può essere infinitamente bello.

Provare per credere: ascoltate il cantato femminile di "Where Trouble Lives" oppure lasciatevi condurre dalla tristezza che traspare da"Break For Me", che, con un crescendo vocale, sfocia in un'angosciante implosione. Oppure il pop orchestrale di "Busted, broken, forgotten" che, pur rimanendo uno dei brani più easy listening del disco, risulta l'episodio più vicino ai Sodastream. Uno dei miei brani preferiti dell'album è "Two Rivers"che, vaporosa e straziante, ricorda i Mojave 3 di "Ask Me Tomorrow".

Come avrete capito questo disco non è nulla di nuovo sotto il sole, ma comunque risulta bello e piacevole, lineare nel suo scorrere, come il flusso di un fiume piena. Purtroppo nessuno dei dischi della band è stato pubblicato in Italia e sono reperibili solo per importazione.

Quando ascolto quest'album ho la sensazione che la musica degli art of fighting la conoscevo da sempre, li avevo chiusi nel cassetto segreto del mio cuore. Ora è arrivato di aprire il cassetto e farveli conoscere. Lasciatevi incantare.

Carico i commenti...  con calma