Scrivo la mia prima recensione perché voglio comunicare ad altri appassionati di musica come me le forti emozioni che ho provato ascoltando questo disco degli Art Zoyd.

In un negozio di musica particolare sono attratto da una copertina particolare: una figura antropomorfa dall'aspetto inquietante con le mani avanti.

Messi gli occhiali per vedere meglio di cosa si tratta, il titolo "Berlin" mi cattura ulteriormente, data la mia recente ed emozionantissima visita turistica con amici nella capitale tedesca.

Decido di acquistarlo.

Salgo in macchina e bramando l'ascolto inserisco subito il cd.

Meraviglia ed esterrefazione sono le prime sensazioni all'avvio di "Epithalame".

Elettronica psichedelica che mi obnubila il percorso (ancor oggi non ricordo la strada che ho intrapreso per il ritorno).

Arrivato sano e salvo nonostante tutto, trasferisco il supporto nel lettore casalingo e proseguo nell'ascolto:

L'ascolto di "A Drum, A drum" aggiunge meraviglia, creando un'atmosfera dark che non ricordavo dai tempi in cui tale genere mi appassionava più di tutti gli altri, con rimandi alle atmosfere che solo una delle mie artiste preferite, "Diamanda Galas" riusciva a creare con l'album "Saint of the Pit".

La ritmica di "Petite Messe à l'Usage des Pharmaciens" nei tre pezzi, Offertoire, Kyrie ed Introit, rende onore al titolo del brano, in quanto la ripetizione ossessiva del ritmo ne sacralizza l'aura (come nelle religioni dove il sacro si ottiene nella ripetizione di gestualità e proposizioni).

Infine, dopo l'ascolto della bellissima "Unsex Me Here", arrivato nei sotterranei dell'anima mi ritrovo incantato nel pensare ad alltri mondi, al di là del reale.

Quindi un'opera che non lascerà indifferente nessuno e che consiglio vivamente .

Ne è la prova il fatto che ho sezionato l'incipit di "Epithalame" facendone la suoneria del mio cellulare: quando mi arriva una chiamata chi è nelle vicinanze mi manifesta verbalmente o corporalmente l'inquietudine che prova nel sentirlo.

Ciquj

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