Arthur Machen (1863-1947), scrittore gallese di narrativa del terrore, è oggi ritenuto uno dei maestri del genere.La sua prosa decadente e misurata, lontana da quella fin troppo carica di aggettivi e immagini deliranti di quella del suo epigono H.P.Lovecraft, si inserisce a pieno titolo nel solco della tradizione letteraria fantastica anglosassone.
Nacque a Caerlon-on-Usk, piccolo villaggio ricco di antiche leggende e si trasferì successivamente a Londra. Durante il soggiorno londinese non ebbe un’esistenza facile, Machen aveva un’indole artistica che mal si conciliava con la confusione e i ritmi frenetici della grande metropoli e incontrò quindi notevoli difficoltà economiche. Questo aneddoto della sua esistenza può ricordare in un certo senso l’esperienza traumatizzante che ebbe Lovecraft a New York.
Fra le sue svariate influenze si possono citare Stevenson, De Quincey, Coleridge e Poe. Il contesto storico e letterario in cui agiva lo pone, a buon diritto, nell’alveo degli scrittori decadenti fin-de-siècle. Non è quindi un caso che alcuni dei suoi primi libri furono illustrati dal celebre Aubrey Beardsley, personaggio chiave assieme ad Oscar Wilde del decadentismo inglese.
Il suo stile e le tematiche da lui affrontate sono comunque originali e si può considerare come un innovatore del genere della narrativa soprannaturale. Infatti, nonostante abbia scritto numerosi libri di argomento storico, filosofico e teologico e sia stato anche membro di una compagnia teatrale shakesperiana, Machen deve oggi la sua fama ai racconti del terrore in particolare a Il Gran Dio Pan. Si tratta di un romanzo molto potente ed evocativo che riporta alla luce antiche leggende pagane ed è basato sul concetto del “male” come parte integrante della realtà.
E’ questa una tematica che lo scrittore affronterà con molta efficacia all’inizio del racconto “Il popolo bianco”, senza dubbio uno delle sue migliori prove anche grazie all’utilizzo sapiente di un’atmosfera realmente maligna.
Uno degli avvenimenti fondamentali nella vita di Machen si verificò nel 1899, quando entrò a far parte della società esoterica della Golden Dawn, setta ispirata al Rosacrucianesimo. In realtà furono molti gli intellettuali che all’epoca che entrarono in contatto con la Golden Dawn, fra cui vanno almeno ricordati Bulwer-Lytton, Yeats, Bram Stoker e il celeberrimo mago Aleister Crowley che ne divenne in seguito anche il capo.
Il libro più importante di Machen è I tre Impostori, definito da Elemire Zolla, noto studioso di esoterismo, “un capolavoro circolare”. Il titolo deriva da un’oscura e antica leggenda medioevale che narrava l’esistenza di un fantomatico “De Tribus Impostoribus”, un libro maledetto che sosteneva come l’umanità fosse stata ingannata dagli impostori Mosè, Gesù Cristo e Maometto.
Machen fu molto abile a creare una struttura letteraria il cui simbolo è il labirinto: il lettore per gustare appieno il testo deve quindi fare molta attenzione a tutti i particolari che con molta sagacia Machen dissemina in tutti i racconti del ciclo, di cui fanno parte due delle sue storie più famose e antologizzate, ovvero “La Storia del Sigillo nero” e “La Storia della polvere bianca”.
La tematica esoterica de I tre Impostori è stata utilizzata anche dall’odierno gruppo musicale neo-folk dei Current 93 nella loro ambiziosa trilogia The Inmost Light che è il titolo del prologo del ciclo.
L’altro libro per cui Machen è ancora oggi celebre è senz’altro La Collina dei Sogni, sorta di romanzo iniziatico che non manca di numerosi riferimenti autobiografici. E’ forse il testo a cui Machen ha dato maggior importanza e che stato definito dal noto critico Mario Praz “il libro più decadente della letteraratura inglese”.
L’influsso che ha esercitato sulla letteratura fantastica è senza dubbio enorme, a cominciare da Lovecraft che ha ampliato le concezioni di Machen di forze maligne presenti nella realtà trasportandole in un contesto cosmico e alieno. Devono sicuramente qualcosa allo scrittore gallese anche nomi come Fritz Leiber e Ray Bradbury.
E’ deplorevole che il suo nome sia oggi quasi dimenticato, a parte qualche rara eccezione, dall’editoria e dalle sue rigide regole di mercato. E’ quindi tempo di riappropriarsi della prosa fantastica ed allusiva di questo autore che non mancherà di infestare gli incubi dei suoi lettori.
Bibliografia italiana essenziale
I tre impostori (1977 – Fanucci)
Il Gran Dio Pan (1982 – Oscar Mondadori)
La Collina dei sogni (1988 – Reverdito)
Il gran Dio Pan (2005 – Fanucci)
I tre Impostori (2005 – Fanucci)
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