Nel 1996 J-Ax e DJ Jad, ovvero gli Articolo 31, danno alle stampe il loro terzo album, "Così com'è": variopinto, colorato, gustoso come una scatola di cioccolatini (P.S.: visto che questo commento si trova praticamente in tutte le recensioni di questo album, mi pareva brutto non riproporlo).

All'epoca il rap/hip hop non era diffusissimo in Italia, e dunque va loro dato merito di aver contributo a diffondere in maniera capillare questo genere soprattutto in questa loro terza fatica discografica, dato anche il grande successo di pubblico riscosso (più di 600.000 copie vendute!). C'è da dire però che il loro rap/hip-hop era "contaminato" ed "innestato" con la canzone d'autore italiana. D'altra parte, i due non avevano mai nascosto la loro grande ammirazione nei confronti di questo ultimo genere musicale ed avevano sempre dichiarato di avere una stima ed un rispetto infinito verso i suoi protagonisti, soprattutto nei confronti di Rino Gaetano, loro vero e proprio mentore nonché mus(o) ispiratore! La conferma di questo "rap/hip hop all'italiana" è compresa in questo loro lavoro, dove in "Così e cosà" compare la voce campionata del compianto e citato Rino Gaetano, la quale declama parte del testo di "Gianna", mentre Lucio Dalla partecipa con la sua voce al pezzo "L'impresa eccezionale", riprendendo alcune strofe dal suo evergreen "Disperato erotico stomp".

In "L'impresa eccezionale", in particolare, J-Ax è alla disperata ricerca di una, appunto, impresa eccezionale e "scende in strada" per trovare un socio o forse una guida che lo possa supportare in questa sua "missione". Così sul suo cammino incontra dapprima una certa "Susan dei fighetti", che quando passa lascia i giovanotti cotti sconvolgendoli con il suo sedere, balla sul cubo come mestiere e la sua più grande aspirazione è sposare un calciatore, oltre ad aprire un centro di liposuzione per ballerine; quindi incontra un fricchettone, tal Antoncarlo Cuggiani, che legge "Il capitale" di Marx ed ha L'Unità sottobraccio, il quale gli propone la "revoluciòn" occupando l'Esselunga facendone uno spaccio di cibi macrobiotici e proiettando nel reparto casalinghi film neorealistici austriaci, salvo poi rispondere al cellulare estratto da sotto il kafia e rispondere "Ue Renè, sì non preoccuparti, certo che ci vengo al party, vengo col Range e il Fifi con la Porsche dei Puffi", concludendo "Devo andare, per la festa del Renato la revolución può aspettare"; infine incontra un certo Mario Bianchi, venditore ambulante di patate fritte, pere cotte, caramelle al latte e mele glassate, il quale asserisce di essere studente fuori corso all'Università, di fare due lavori per pagarsi il mutuo della casa, di avere mamma e sorella a carico e di comprare tutto a rate, anche il frigorifero. A questo punto J-Ax, intuendo il consiglio che quest'ultimo voleva dargli, lo saluta con rispetto e, dopo aver concluso che l'impresa eccezionale è essere normale, si avvia pensieroso a casa, ed il finale (narrato dalla voce di Dalla) è identico al pezzo dalliano: "mi son steso sul divano, ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano": fantastica!

Atra peculiarità, rispetto al rap/hip hop "originario", è la frequente presenza nei loro brani di cori femminili, come avviene anche in due hit qui presenti: "Tranqi Funky" e "Domani". Se da un lato tutto ciò ha l'effetto di rendere questo genere musicale più "appetibile, digeribile e vendibile" (e le già citate oltre 600.000 copie vendute stanno lì a testimoniarlo senza ombra di dubbio), dall'altro ha anche quello di far storcere il naso ai "duri e puri" di questo genere, dai quali i nostri due "31" verranno snobbati e spesso anche schifati, soprattutto dopo il clamoroso successo di questo album. Come se tale genere dovesse restare necessariamente di nicchia per conservare la sua purezza ed il successo fosse una colpa grandissima e gravissima. O forse sarà stata solamente un pò di (in)sana e semplice invidia a farli reagire così verso due che, a differenza loro, ce l'avevano fatta? Io propenderei più per questa ultima ipotesi, anche in considerazione del fatto che Ax e Jad non fossero certamente nati e cresciuti nella bambagia, ma provenissero dalla periferia milanese più degradata. E quindi il loro successo rappresentava anche una occasione di riscatto per loro, come peraltro si intuisce fra le righe (ma anche al di fuori delle righe) di alcuni loro brani.

In questo "Così com'è" ci sono dei pezzi diventati famosissimi e che lo sono ancora oggi, e sicuramente sono quelli più scanzonati e divertenti, che hanno fatto cantare a squarciagola e ballare migliaia di persone : oltre ai già citati "Così e cosà", "L'impresa eccezionale", "Tranqi Funky" e "Domani", vanno segnalati "Un urlo", "2030", "Così com'è", "Il funkytarro". Per quanto riguarda i testi, ve ne sono alcuni (o parti di essi) memorabili! Citando in ordine sparso: "E su questo funky mi scialo e non strillo, Come il Parmacotto: Accattatevillo" (Tranqi Funky); "Tanta nostalgia degli anni novanta, quando il mondo era l'arca e noi eravamo Noè" (2030) - P.S.: all'epoca pareva impossibile avere nostalgia degli anni nvanta, eppure...; "Sono trash come la Marini e Adriano Pappalardo, io sono quello che impennava con il Ciao, con la maglietta degli Squallor Arrapaho....Funky come Pino D'Angiò, però Tarro come Massimo Ciavarro...Io sono un porco, sono un balordo. Faccio rime giù in città, senza pudori né riguardo: sono un funkytarro" (Il funkytarro).

Accanto a questi pezzi rimasti famosi ve ne sono altri che non hanno avuto lo stesso destino, alcuni pure divertenti e scanzonati ("Gigugin", "Fatti in là", "Latin lover", "Con le buone", "Sono l'M.C."), altri decisamente più cupi, riflessivi ed introversi ("Non c'è rimedio", "Fatti un giro", "Tocca a me", "Sono fuori"). Nei pezzi meno scanzonati anche la musica è meno "contaminata", meno spensierata e ballabile, più triste e più vicina al rap/hip hop "originale"; inoltre di tali ultimi pezzi nessuno è rimasto famoso: penso che entrambe tali circostanze non siano casuali. I relativi testi sono molto più crudi e realistici, pur non rinunciano nemmeno in questo caso a qualche "gogliardata", come ad esempio "Sono fuori, come gli agricoltori quando raccolgono i pomodori", da "Sono fuori".

Da "Non c'è rimedio": "A volte mi piglia un nervoso e mi si vede ombroso, ti sembro pensieroso, mi sento pericoloso, sale l'acido nello stomaco. E quando mangio merda non sempre cago zucchero". Ma il pezzo più indicativo in questo senso (anche musicalmente con chitarra e sax ed un sound quasi jazzato a sottolineare la tristezza imperante che avvolge tutto) è sicuramente "Fatti un giro", con il suo linguaggio "da strada": "Vieni a vedere, vieni a vedere, fatti un giro nel quartiere. A Luca è arrivata quella buona ieri; stasera forse ce l'ha, magari ce ne andiamo fuori. Mollami, devo riprendermi. Cazzo guardi? Girati. Avevi detto oggi, adesso pagami. E se non hai una lira mi farai un favore: c'ho giù nel box un pacco da consegnare. M'hanno fatto il motorino, credici! Al Milan metto uno, magari faccio tredici! Mi pago i debiti e vaffanculo, vado via da qua. Vito dove cazzo sta? Pagami 'sta birra; prendi la macchina che voglio andare a fighe. Cazzo c'ha voglia: è lunedi', e poi piove".

Nei pezzi meno "scanzonati" emerge a mio avviso la vera natura e il vero carattere di J-Ax, magari anche arrogante, presuntuoso e sbruffone, ma con una caratteristica che andrà completamente persa negli album successivi a questo: la sincerità. Forse è vero che il successo fa male!

Io all'epoca ho contribuito al loro citato successo acquistando il cd (originale!): sono reo confesso, quindi spero in una clemenza o quantomeno in qualche attenuante. Ma, d'altra parte, non sono assolutamente pentito di averlo fatto, e quindi penso che la clemenza e le (eventuali) attenuanti possano andare a farsi benedire!

"Cogito ergo sum, boom!"

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