"Io potrei paragonare la mia musica ad una luce bianca che contiene tutti i colori". (Arvo Pärt) È proprio così: la musica di Arvo Pärt, compositore nato in Estonia nel 1935, è una musica bianca, immersa nel silenzio. Questo è il suo fascino: il senso profondo delle pause, il respiro lento tra un suono e l'altro. Il vuoto acquista suprema importanza e quel momento in cui un suono lentamente scompare per fare spazio al successivo diventa un momento di trasformazione magica. Dice lo stesso Pärt: "Ho scoperto che è sufficiente una singola nota, suonata con grazia. Questa nota sola, o battito silenzioso, o momento di silenzio, mi conforta. Lavoro con pochissimi elementi - una voce, due voci. Compongo usando una semplice triade, e le tre note della triade sono come campane, e da qui il nome "tintinnabuli". È questa la zona in cui mi muovo quando sono alla ricerca di una risposta - nella mia vita, nella mia musica, nel mio lavoro, nei miei momenti più bui. Ho la sensazione che tutto il resto all'infuori di questo non abbia significato... Resto qui da solo... con il silenzio".

Lo stile chiamato "tintinnabuli" e inventato da Arvo Pärt, fece la sua prima apparizione in un breve pezzo per pianoforte chiamato "Für Alina" (1976) e successivamente in "Spiegel im Spiegel" (1978) per violino e pianoforte e per violoncello e pianoforte. E sono proprio questi due brani, alternati e poi nuovamente ripetuti, il contenuto musicale del cd ALINA. Sempre gli stessi due brani che si rincorrono cambiando colore in modo impercettibile ma continuo. Una strana scelta. Eppure si potrebbe stare le ore a seguire queste lente trasformazioni... così come si potrebbe stare delle ore ad osservare le onde del mare che si rincorrono o le nuvole mosse dal vento. Tutta la registrazione è giocata su una semplice triade eseguita lentamente e all'infinito: solamente tre note dell'accordo di si minore, mentre la melodia si svolge liberamente sulla stessa scala. Tre suoni che non smettono mai di cullarci e di stupirci per la loro dolcezza.

Sembra che Arvo Pärt non abbia paura della noia e non abbia paura di annoiare e forse proprio per questo non diventa mai noioso... almeno fino a quando riusciamo a farci catturare nella rete bianca. Se questo accade ci dimentichiamo anche che ad eseguire la semplice melodia sono un violino e un violoncello, che a tratti si uniscono ad un pianoforte e a tratti lo lasciano solo in questo universo sonoro. Gli interpreti sono perfettamente in sintonia e sembrano saper entrare nel nucleo dei suoni con coraggio e delicatezza. Sono il bravissimo violinista Vladimir Spivakov, i pianisti Sergey Bezrodny e Alexander Malter e il violoncellista Dietmar Schwalke.

Un disco da non perdere se si ama la musica allo stato puro.

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