Manuel Gottsching. Uno dei più grandi chitarristi di sempre. Non un inutile "guitar hero", ma un inventore, un grande ricercatore di suoni. Grazie alla sua opera gli Ash Ra Tempel hanno scritto pagine bellissime del krautrock, il suo modo di interpretare questo strumento ha ispirato l'intero movimento post-psichedelico degli anni novanta, su tutti il chitarrista neozelandese Roy Montgomery, che gli ha dedicato un progetto (Hash Jar Tempo). Insomma Manuel Gottsching è un genio della chitarra e questo "Inventions for Electric Guitar" ne è la prova.
Primo disco solista del 1974, inciso nel pieno dell'attività con gli Ash Ra Tempel dopo l'abbandono di Klaus Schulze, è ispirato alle suites cosmiche dei Tangerine Dream, ma suonato con l'uso della sola chitarra. Tecnicamente il disco è realizzato sovrancidendo partiture e improvvisazioni, utilizzando la diffusione su quattro canali (chissà se uscira mai il SACD). Particolari importanti per apprezzare pienamente le tre lunghe suite del disco. Si parte con "Echo Waves" (17:45), tipica suite cosmica del periodo, il ritmo è cadenzato da un arpeggio psicotico simile all'introduzione di "Another brick in the wall - part I", e si conclude con un epico assolo rock, bellissima la chitarra iper-distorta. "Quasarsphere" (6:34) è praticamente un pezzo new-age, forse è un caso ma appare del tutto simile all'intro di "Shine you Crazy Diamond". Il capolavoro del disco è la monumentale "Pluralis" (21:36), sognante e sperimentale, un delirio che porta fino alla trance.
Gottsching con questo disco mette in mostra il suo immenso amore per il minimalismo, evidentemente soppresso negli Ash Ra Tempel, riesce pienamente ad evadere dal gruppo proponendo la sua personalissima visione dello strumento che ama, diventando così uno dei chitarristi più apprezzati. Manuel Gottnischig, non un virtuoso ma un creativo.
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