Vibrazioni.

Vibrazioni di una penna su un foglio che disegna due donne in copertina che guardano il loro sole. Look At Your Sun.
Vibrazioni di strumenti musicali e di corde vocali impazzite.
Schwingungen non ha parole. Un testo base del rock, qualsiasi genere prendete in considerazione, Schwingungen ha davvero pochi rivali.
Un alone di mistero attorno, un buco nero sonoro dentro.
E' un disco malato, visionario, cosmico come tutti quelli dei Corrieri Cosmici, non sarebbe nulla di nuovo. Ma qui il discorso è diverso: la visione si vede, è tutto molto concreto, troppo davvero. E' il cosmico che c'è nel rock. E' le origini del rock, del jazz, del blues, ma forse non appartenenti a questo pianeta.

Una volta che entrerete dentro il sole di Schwingungen non ne uscirete più come prima. E pregate di entrarci.

La materia si divide in due: "Light and Darkness", suddivisa a sua volta in due, e "Suche & Liebe".


La luce: Guarda al tuo Sole.

Un deserto, sonoro e geografico, vi avvolge, iniziate perfino a percepire il calore, siete allo stremo delle forze sotto un sole cocente che non vi da tregua. No, non è soggezzione data dall'immagine di copertina. E' tutto vero. E' un blues essenziale all'inizio, elegante quanto grezzo nel suo cantato lagnoso. Tutti siamo uno continua a ripetere la voce di John L, mentre la chitarra di Manuel da scarna, delicata, come d'improvviso si accende, di un fuoco mistico causato da una visione. Un assolo magnifico che ricorda da vicino Hendrix ci fà perdere completamente la ragione e il senso di controllo sul nostro apparato circolatorio. Inizia il delirio.

L' Oscurità: I Fiori Devono Morire.

Ormai siamo persi, i sensi sono offuscati dalla paura, la follia è alle porte. Siamo soli nel deserto nulla ci può salvare. Attimi (o minuti, ore non saprei dirvi) di indecisione aprono Flowers Must Die, fino a quando le percussioni iniziano a battere sulla terra arida, percuotendola e creando fratture irrimediabili. E mio dio cosa succede non so descriverlo. John L sembra Lyndon, non canta ma urla contro il cosmo intero parole di straordinaria bellezza.

"Vedo quando ritorno
Dal mio sogno ad occhi aperti psichedelico
Fermo nel mezzo
Della foresta di vetro e neon
Dal nome infelice: città.
I Fiori devono Morire...
Voglio essere una pietra, che non vive e non pensa
Una cosa senza sangue caldo, nella città.
I Fiori devono Morire"

E' un rituale tribale, una danza aborigena per la pioggia. John L è impazzito. Un delirio di chitarre, percussioni, basso e sax mai visto prima nella musica. I Fiori Devono Morire, una poesia underground. Effetti di eco sembrano risucchiare la musica nel nulla sul finire, ma puntualmente essa si libera, come uno schiavo ribelle, è indomabile e non riconducibile a nulla. E il tutto alla fine viene assimilato dal contesto, come annullato. Ed ecco la voce di John che cerca di liberarsi mentre il suono tutto viene risucchiato.

Erano la luce e l'oscurità. Si conclude la prima parte di Schwingungen, quella più terrena.

Inizia "Suche & Liebe".

"Suche & Liebe"

Suche & Liebe è eterna, infinita. La durata è di quasi venti minuti, ma in realtà non saprei dirvi come passa il tempo (e se passa). Rimani per apparenti ore, attaccato ad una nota, ad un effetto, un qualcosa che si distingua dal silenzio assoluto. E inanto il tempo passa, non avverti forme di vita, soltanto echi di suoni e rumori provenienti da galassie più o meno lontane. Hai la testa che gira tutto intorno l'angolo di veduta al di sopra del tuo naso, e si gira orientativamente verso la direzione che crede abbia udito qualcosa. Smarrimento. Echi di vibrafono mettono inquietudine, stai quasi per chiederti dov'è finito tutto quel discorso sulla luce e l'oscurità. Quello è il pianeta Terra, questo è il Cosmo. Arrivi a metà del movimento senza forze, o speranze, e all'improvviso, dal solito Nulla ecco che dei tom riecheggiano dal più profondo dei fondali fino ad arrivare al suolo in cui poggiamo i nostri piedi. E' un qualcosa di magnifico, un ritmo indescrivibile e inafferrabile inizia a scandire il Tempo. Credi ti stiano portando lontano, giù nel cosmo più profondo, e invece no. Passa poco tempo e poi ecco comparire una chitarra, la Chitarra di Manuel Gottsching. Via tutti i rumori, spariti i tom, il tempo di uno scatto fulmineo e d'incanto cambia totalmente il mondo che ti circonda: come un disegno che sul più bello viene strappato e ricominciato da capo, ma totalmente diverso, così ci si ritrova spaesati, con il naso all'insù, mentre dei cori angelici, scanditi da una chitarra wah essenziale ed elegante, ti spiegano cosa stai ammirando. Uno dei momenti più alti della musica rock tutta, da brividi. Quasi ce ne pentiamo quando entra la batteria in questa sinfonia. Ci siamo innalzati dal nostro pianeta forti rabbiosi e sicuri di se, per poi perderci come dei principianti nel più complesso dei cosmi, tra tempeste di asteroidi e squarci spazio-temporali. Ora siamo arrivati, la batteria ne è da testimone. Stiamo salendo al paradiso, o quanto meno ad una visione che nella sua magniloquenza sostituisca il paradiso stesso.

Il viaggio sembra proprio giunto al suo termine. Quella Luce e Oscurità sembrano lontane anni luce: ora dinanzi a voi sè tutto fuso in un'unica visione. Ed ora guardi la copertina dell'album. Le due ragazze nude sembrano avere lo sguardo dritto al sole. Ma magari hanno gli occhi chiusi, non guardano davvero quel sole, con la testa pervasa dai quei cori angelici, alla ricerca della loro Vibrazione.

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