Metallaramente parlando si dice "supportare la scena". In un linguaggio da X-Factor, "scoprire nuovi talenti". Più prosaicamente, ascoltare una volta tanto un nome sconosciuto, una band che a spallate cerca di emergere nel calderone sempre più saturo del metal italiano.
Una sera, al pub, mi viene passato quasi clandestinamente (altro che torrent) questo EP/Demo da un conoscente che mi anticipa l'opera con un bel "Ashes Of Chaos, questi meritano!". Durante il ritorno a casa, li metto su in macchina e, in una buona registrazione (seppur "casalinga"), esplode fragorosamente un metal dalle evidentissime venature progressive, che non disdegna di macinanti ritmiche thrash-death e parti più introspettive.
I lumi che questa band romagnola segue (fortunatamente senza scimmiottare) sono piuttosto evidenti: Dream Theater, Pain Of Salvation, qualche buona deragliata Megadethiana (un po' alla "Rust In Peace", quindi niente grezzume di derivazione punk). I musicisti hanno studiato, e si sente: il chitarrista infila scale ed assoli decisamente degni di nota, ben concatenato con la prestazione tastieristica, basso e batteria tessono trame precise ed il cantante si erge molto alto e squillante: un timbro particolare, che può piacere o no, ma che denota una preparazione tecnica raffinata. Considerando l'età media della band (una ventina d'anni scarsa) il punto di partenza è notevole.
I quattro pezzi sono strutturati seguendo binari tipicamente prog-metal, e le parti più lineari si susseguono a passaggi complessi. I pezzi migliori rispondono al nome di "Mechanical Rage", cupa e aggressiva nel suo incedere, e "Rinascita": quest'ultima è un possibile primo apripista per farsi conoscere, dotata di un simil-ritornello orecchiabilissimo e, in particolar modo, di un sognante assolo di chitarra verso la parte finale che denota buon gusto melodico, ricordando vagamente i primi Genesis (con le dovute precauzioni).
I limiti di un lavoro di questo genere si riscontrano nella produzione home-made (anche se curata nei limiti del possibile, viste le diverse incisioni), ed in alcuni passaggi leggermente meno incisivi (la traccia "Ashes Of Chaos" alla lunga non è all'altezza del resto); anche il fatto che già come prima opera vengono fuori tentazioni da concept-album potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma le ambizioni sono evidenti e non scadono nella presunzione.
Considerando però che sono 4 pezzi originali (leggasi niente cover ruffiana), e anticipano a quanto pare un album di debutto che si preannuncia meritevole di attenzione, si potrebbe accantonare per un po' l'ennesimo ascolto ad libitum di "Images And Words". Sì, ce la si può fare, per una volta.
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