Ascoltare questi dischi, ogni tanto, ti mette addosso una pace che è indescrivibile.
Basta col thrash, col power, col death. Basta col metal. Ogni tanto bisogna staccare ed un buon sano disco di classic rock farcito di melodie AOR-eggianti non può far che bene. Specie se si sta palando degli Asia.
La loro reunion, la reunion della formazione originale, è roba di non poco conto. Gli Asia, supergruppo formatosi nell'82, genitore di capolavori come "Heat Of The Moment", hit planetario, oggi non può che essere accolta a braccia aperte. E ritroviamo assieme Wetton, Downes, Howe e Palmer (prima amati, poi odiati, poi acerrimi nemici, poi ancora assieme.... Che telenovela ragazzi!). Ora, già immagino la scena: quattro sfigati, consci del fatto che da soli non se li caga più nessuno, seduti attorno ad un tavolo, con un bel bicchiere di whiskey a parlare dei bei vecchi tempi andati.... Massì! Facciamola ?sta reunion, tanto la cosa funziona sempre.
Beh, in genere non sono molto favorevole a certe cose, anche perché le reputo delle spudorate trovate commerciali e basta, il giusto che serve per far esplodere il prodotto del momento sul mercato,. Ma se devo giudicare solo la musica, allora, chiudo i miei occhi e apro le i timpani e quando ascolto "Alibis", l'opener "Never Again" e le ballate, meravigliose, nelle quali il pop/AOR della band raggiunge livelli stratosferici ("An Extraordinary Life" e la meravigliosa "Heroine" che genera una linea armonica favolosa, pur prendendo a suo spunto "The Smile Has Left Your Eyes") non si può non rimanere estasiati, specie innanzi ad un Wetton in pieno stato di grazia (ascoltare per credere il tappeto sonoro tessuto dalle corde vocali del singer in "Orchards of Mine", nella quale la voce sofferta ed epica dona un tocco affascinante e commovente alla song in questione).
Ed è solo allora che capisci che un album come "Phoenix" ha il diritto di vedere la luce, perché è l'araba fenice degli Asia che risorge a nuova vita, ed un titolo diverso, io, non avrei saputo trovarlo.
In conclusione, un album che non definirei un capolavoro dell'AOR (anche se il capolavoro viene sfiorato più di una volta) ma che certamente ha dentro di se una classe davvero alta.
Carico i commenti... con calma