Wikipedia: Nel 1990 la fama degli Asphyx era talmente consolidata che per un concerto in Hardenberg furono scelti i Paradise Lost come band di apertura.

"The Rack" datato 1991 è il debut album degli Asphyx, Death metal band olandese già all'attivo dal 1987. La band è composta dal chitarrista Eric Daniels, il batterista Bob Bagchus e dal neo arrivato ex Pestilence Martin Van Drunen alla voce e al basso. Il disco in questione fu prodotto con un budget scarsissimo su precisa richiesta del gruppo, in modo da ottenere un sound più grezzo e primordiale possibile, quindi tenete conto che i "difetti" di produzione che sentirete sono perfettamente voluti. 

Come già anticipato la proposta musicale dei giovani olandesi è un Death metal old-school diretto e senza fronzoli, caratterizzato da suoni duri, potenti e sporchi, la particolarità di questa band è il saper miscelare questi elementi con partiture più lente e diaboliche di stampo Doom.

Il disco si apre con l'introduttiva e confusa "The Quest for Absurdity" per poi lasciare spazio a "Vermin" brano velocissimo e abrasivo con la voce di Van Drunen che vomita tutto il suo odio, condita da intermezzi più lenti e cadenzati che lasciano spazio ad un ottimo guitar work. Si prosegue con "Diabolical Existence" brano più lento dalle tinte oscure e macabre di natura Doom, con rapide accelerazioni che arrivano all'improvviso e stordiscono come un camion in piena corsa. Sulla stessa lunghezza d'onda si presenta anche la successiva Evocation.

I nostri tornano a spingere sull'acceleratore con "Wasteland of Terror" caratterizzato da un rallentamento repentino a circa metà canzone, per poi chiudere nuovamente nella furia più ceca. Senza neanche accorgercene siamo alla sesta traccia del platter, "The Sickening Dwell", canzone opprimente, dotata di riff stratosferici, un vero e proprio capolavoro, un condensato di melodia, pesantezza e velocità. Con la strumentale e inquietante "Ode to a Nameless Grave" possiamo tirare un po il fiato , ma non adagiatevi troppo!, che con "Pages in Blood" anch'essa caratterizzata da riff lenti e asfissianti, spezzati da rapide accelerazioni i nostri ci riportano immediatamente negli oblii degli inferi.

Il compito di chiudere l'album è affidato a "The Rack", uno degli apici raggiunti dagli Asphyx, brano lunghissimo (Ben 9 minuti), ai limiti del progressive, possiamo definirlo come un sunto di tutto ciò che è stato detto in questo disco fino ad ora.

I tre olandesi sono aretefici di una prova impeccabile e agghiacciante, in questo lavoro potrete trovare tutto il marcio, putrido e perverso che sia possibile udire in musica. La voce di Van Drunen vi terrorizzerà durante tutto l'ascolto, uno dei growl più malati e perversi della storia del Death.

A chi ancora non conoscesse questi ragazzi consiglio vivamente di recuperare questo disco e lasciarsi trasportare da tutti i suoi tritoni. 

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