E' un po' un richiamo ancestrale quello che puntualmente mi riporta all'heavy metal, un genere che pian piano sta abbandonando il mio orizzonte musicale. E' soprattutto la voglia di scoprire qualche realtà in questo ambito che merita attenzione dopo aver consumato tutti i dischi di band come Iron Maiden, Judas Priest, Motorhead, Black Sabbath e via discorrendo.
Questo richiamo mi ha portato verso "Evil is forever", il secondo platter della band svedese Astral Doors, uscito nel 2005 a due anni di distanza dall'ottimo debutto "Of the son and the father". Quel disco si era fatto apprezzare non tanto per l'originalità (ma poche band oggi, nell'heavy metal si possono dire originali) quanto per pezzi diretti, senza troppi fronzoli ed in particolare per la voce del singer Patrik Johansson, da alcuni critici accostata per tonalità a quella di Ronnie James Dio. Mosso dalla curiosità sono quindi andato a cercarmi questo secondo lavoro, dalla copertina deplorevole ma dal contenuto comunque positivo (almeno in parte).
Frase ormai ricorrente quando si parla di questo genere: non aspettatevi sperimentazioni di vario tipo e nulla di trascendentale. "Evil is forever" è metal allo stato più puro e semplice. Già il minutaggio delle tracce fa intendere tutto. Nel complesso questo secondo capitolo della band risulta meno omogeneo e convincente del debutto, sebbene il gruppo abbia mantenuto la stessa line up e abbia anche approcciato il fitto sottobosco delle etichette musicali. Infatti in "Evil is forever", accanto a pezzi di ottima fattura quali l'iniziale "Bride of christ" o al duo "Pull the break" e "Fear in their eyes", se ne trovano altre che passano inosservate, che cercano di non cadere dal filo della prevedibilità.
Tra le montagne russe di un album che non trova mai un livello omogeneo di qualità emerge una band comunque affiatata, consapevole dei propri limiti. E' in questa caratteristica la loro forza: non cercano di strafare per non scadere in composizioni fuori dai loro schemi o comunque poco adatte al loro stile. Infatti sebbene pezzi come "Lionheart", "The flame" e "Path to delirium" siano soltanto dei buoni esempi di heavy metal, all'interno dell'album ci stanno a meraviglia, diretti e assimilabili fin da subito.
"Evil is forever" è la seconda creatura di una band che probabilmente non segnerà nessuna svolta nel genere e che neanche toccherà i fasti dei grandi maestri, ma almeno un po' di attenzione la meritano.
1. "Bride Of Christ" (3:41)
2. "Time To Rock" (4:05)
3. "Evil Is Forever" (5:25)
4. "Lionheart" (5:09)
5. "Praise The Bones" (3:34)
6. "Pull The Break" (3:42)
7. "Fear In Their Eyes" (4:54)
8. "Stalingrad" (4:23)
9. "From The Cradle To The Grave" (3:56)
10. "The Flame" (3:38)
11. "Path To Delirium" (6:55)
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