Prendo il disco dalla mensola e mi tuffo. Un tuffo nel passato. Mi ricordo che la copertina mi ha sempre fatto schifo, che tutto l'artwork mi ha sempre fatto schifo. Mi torna in mente un'intervista in cui dicevano che nel 1996 facevano tour senza esser mai pagati ed io, quando ripenso a quelle frasi, ripenso sempre alla stessa cosa: "okei, la benzina la rubavano, ma sono fortunati che in America non ci sono i caselli. Quelli non li freghi? un momento, ma ci sono i caselli in America?" Brutto vizio lasciar terminare i pensieri con una domanda.

Tutto in diretta, suoni sporchi e tanta di quell'attitudine da abbattere un rinoceronte al primo colpo. Vengono da El Paso - gran cesso di città dicono loro, io non dubito - e gli At the Drive-In del 1996 ce li si può immaginare come dei semplici ventenni privi di quei capelli ridicoli che portano in giro oggi e che, intenti ad attaccare gli strumenti agli amplificatori, fregandosene abbondantemente di tecniche di registrazione sopraffine, di arpe, pianoforti, trombe e quant'altro, si limitano a suonare forti e veloci dicendo alla svelta quello che hanno da dire e togliendosi, altrettanto alla svelta, dalle palle.

Gli At the Drive-In del 1996 suonavano un post-Hardcore mischiato con quello che molti si ostinano a chiamare Emo-core - parola che non hanno mai gradito se riferita alla loro musica. Un miscuglio ben riuscito e personale tra Fugazi e Cap'n Jazz, prendendo i ritmi dei primi e le melodie e quel senso di assalto emotivo dei secondi.

Acrobatic Tenement, uscito per la Flipside, racconta degli At the Drive-In spontanei e genuini, privi degli intrecci chitarristici che caratterizzeranno il suono dei dischi successivi - Rodriguez era arrivato da troppo poco per imporsi -, presi in mezzo tra la catarsi in solitaria e la voglia di andare a vedere se a qualcun altro può interessare qualcosa di loro. Me li immagino stipati in un furgone bianco, Cedric con la schiena poggiata contro la grancassa per ore e ore.

Era il 2001 o il 2002. Andavo a scuola attraversando due chilometri di campi di erbacce per evitarne almeno altri due di asfalto. Ci andavo con il mio walkman attaccato alla cintura, Relationship of Command, doppiato dal cd, che girava e rigirava, avvolgendosi su sè stesso. Gli At the Drive-In erano già sciolti. Il caffè mi ha sempre fatto schifo; ci si sveglia in molti modi.

Carico i commenti...  con calma