Gli At the Drive-In non hanno certo bisogno di presentazioni lunghe: sono i veri paladini del Post-Hardcore moderno, una delle band più importanti e riuscite degli ultimi vent'anni nella musica Alternative. Forse anche per questo, oltre al fatto che rispondono in modo calzante ai miei interessi musicali del momento, mi è sembrato giusto e interessante andare a ripescare anche tra gli EP meno conosciuti della band, i cui lavori più famosi sono indubbiamente i 3 album rilasciati tra il 1996 e il 2000, la compilation “This Station is non Operational” e l'EP “Vaya”. Ecco dunque spuntare questo “El Gran Orgo”, EP dato alle stampe nel 1997, pubblicato il 18 settembre dello stesso anno e finito sold out nel giro di tre giorni, tanto per rimarcare quanto i nostri siano stati apprezzati durante gli anni della loro pur(troppo) breve attività.

Se come detto l'anno di pubblicazione è il '97 questo vuol dire una cosa chiara: “Acrobatic Tenemnent” era già uscito ed aveva portato sulla band proveniente dalla polverosa El Paso (Texas) già diverse luci dei riflettori della stampa musicale mondiale. Automaticamente viene da pensare che questo “El Gran Orgo” possa dunque essere una sorta di raccolta posticcia degli scarti di quel primo album degli ATDI, dato che nessuna delle canzoni che ne fanno parte è poi finita in album successivi, ma questo pensiero viene presto scacciato dalla testa al momento dell'ascolto dei 6 brani presenti nell'EP. Si tratta infatti di un lavoro in cui gli ATDI hanno convogliato brani che rispondessero a certi lati un po' inespressi in “Acrobatic Tenement”, e quindi non siamo di fronte ad un gruppuscolo di tracce scartate, ma ad un pugno di brani un po' più melodici rispetto al disco del 1996, brani rispondenti ad un settore meno visibile dell'anima e del modo di comporre canzoni di questi capelloni americani che evidentemente non aveva trovato modo o spazio per essere espresso appieno in “Acrobatic Tenement”.

Questo sound più melodico dà all'ascoltatore il benvenuto proprio all'inizio dell'EP, perché la prima traccia (“Give It A Name”) è quella più sfacciatamente “Pop” dell'album; mi ha fatto pensare a quei gruppi che suonano i concertini alle feste nei college americani. Questo non vuol dire che sia da buttare del tutto, ma non si può negare che gli ATDI non sono stati questo. Con la seconda “Honest To A Fault” alzano un pochino il tiro ma sempre rimanendo su linee un po' più morbide rispetto ad altri momenti sia del disco che di altre registrazioni, passate e future. “Fahreneit” non si discosta da questo stile, mentre “Picket Fence Cartel” è un po' più inca**osa e coinvolge di più, seguita da una “Speechless” altrettanto carica e riuscita, in cui Cedric Bixler-Zavala, dopo un urlaccio dei suoi, ci canta “No recollection of affection / we're only safe from harm when nothing matters.”

Menzione speciale per la traccia 3, “Winter Month Novelty”, la più bella dell'EP (a mio insindacabile giudizio); il testo rende omaggio a David Stripling, personaggio il cui unico interesse per noi è rappresentato dal fatto che proviene dal El Paso come gli At the Drive-In. La musica di questo brano si unisce a meraviglia alle liriche di Cedric, che come sempre domina le note col suo modo singolare di cantare. Non c'è rabbia in questo brano delicato, in cui le chitarre coccolano l'ascoltare e lo invogliano a rimettere la traccia da capo più volte.

In conclusione, un bell'EP di Post-Hardcore “macchiato” di Emo e Alternative/Indie-Rock, piacevole, credo, anche per chi non è un amante sfegatato degli ATDI. Il titolo dell'album, va segnalato, è un chiaro omaggio al grande Alejandro Jodorowsky, regista cileno surrealista che se-non-lo-conoscete-andate-subito-a-vedervelo. Orgo infatti nel film "Santa Sangre" è uno dei protagonisti, e il richiamo a quest'opera è un chiaro segnale di quanto Bixler-Zavala e soci siano dei fan del cinema di Jodorowsky.

Un paio di post scriptum per i più affezionati e/o pignoli: 1) in El Gran Orgo non suona né canta il buon Jim Ward. Sarà anche per questo che il tutto suona più melodico e meno duro? 2) Agli ATDI questo EP è rimasto un po' qui a causa delle tensioni con l'etichetta che distribuì il disco, ossia la Onefoot Records. In pratica i membri del gruppo hanno a suo tempo dichiarato che la label cercò di fregarli, ed hanno quindi sempre consigliato di scaricarsi e di copiarsi l'album piuttosto che dare soldi a quei disonesti della Onefoot Records (parole loro). Quindi stavolta, per supportare il gruppo e le sue idee, scaricate, scaricate e scaricate!

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