La prima volta che l'ho ascoltato mi sono fatto letteralmente trasportare, tutto d'un fiato, senza badare alle tracks o al tempo che scorreva sul lettore (cosi come dovrebbe essere sempre).
Ad un certopunto, quando mi resi conto che era finito, ci fu dentro di me quasi un risveglio di soprassalto. Ebbene si, perchè non dura neanche trenta minuti, lasso di tempo in cui gli At The Gates dimostrano tutta laloro classe, e contrariamente a quanto normalmente succede, inquesto caso solo 6 canzoni (le altre 3 non le considero in quanto sitratta di esecuzioni live di vecchi pezzi) sono più che sufficienti per esprimere un giudizio positivo e completo.

E, nonostante questas ua brevità ti lascia un pò l'amaro in bocca, razionalmente ti rendi conto che forse è meglio cosi, poco ma buono. Ossia la sensazione suscitata è quella di voler dare una forte unghiata di novità e poi sparire lasciando solo il segno. Una peculiarità, che in senso più lato coinvolge l'intera band delineandone itratti caratteriali, dimostrato anche con il successivo sciogliemento dopo la pubblicazione dell'ultimo (capo)lavoro. Scelta coraggiosa, anche se discutibile.

Posso affermare senza ombra di dubbio che molti gruppi che oggi definiamo cloni, famosi o meno che siano, pagano (più o meno coscientemente) a questi sei pezzi un doveroso tributo. Non è fuori dal comune ascoltare demo di gruppi metal, che passati i primi trenta secondi ti viene richiamato alla mente uno dei riff melodici presenti in questo album pensando: "Questo l'ho già sentito".
E se il lavoro successivo è un indiscusso masterpiece, ritenuto da molti la bibbia del death melodico, si può di certo affermare senzaa zzardo che anche questo, benchè non altrettanto considerato sia un caposaldo del genere, e (permettetemi), se non lo volete ritenere come un'altra "bibbia", potrete sempre dargli l'appellativo di "Manuale del death melodico - how to".

La sua sfortuna (a mio avviso) è solo quella di essere stato il preambolo a "Slaughter Of The Soul" appena un anno prima, e quindi nettamente oscurato dalla bellezza del suo successore. Se non avete la voglia, o il tempo di ascoltarlo tutto, oppure pensate che questa sia las olita rencensione che osanna il gruppo di turno, ascoltatevi solo lacanzone "Forever Blind", essa da sola rappresentana tutto ciò che ho riportato in poche (e spero buone) parole: breve, intensa, tecnica quanto basta e melodica. Se vi state avvicinando al genere non potete evitare questa tappa obbligata per capire chi (tra i pochi) realmente ne vanta la paternità.

Carico i commenti...  con calma