Dunque, il già da me recensito "Early works center" mi aveva fatto veramente schifo. Canzoni superficiali al massimo, e altre canzoni pop/metal, lo giudicai il peggior album di musica metal da me ascoltato. Ascolto questo album uscito dopo ben due anni e mi accorgo che effettiamente le cose sono cambiate. Si in effetti le canzoni sembrano avere uno scheletro un po' studiato, il genere è un po' cambiato e sta volta è un po' troppo silmile al Power Metal, più lontano da quello che dovrebbe essere effettivamente: "Neoclassical". le canzoni si potrebbero definire carine, canticchiabili, ma l'ascolto dell'intero album lascia un po' di amaro in bocca.
Ecco questo è il tipico metal in cui la band mette a pura rappresentanza la capacità tecninca e le conoscenze molto buone nel campo strumentale, ma senza inserirle nel giusto contesto, nella giusta atmosfera, nella giusta espressività. Morale, ascoltandoli ammetti che sono bravi e se la cavano, ma non cogli neanche un attimo di gusto, perchè non c'è un anima da trasmettere, non ci sono atmosfere adatte a farti apprezzare il cd.

Peccato, questi At Vance sono famosi, eppure fan così cagare... non saprei neanche io in cosa sbagliano, ma sembrano troppo concentrati e talvolta anche sforzati nel dimostrarsi bravi, piuttosto che cercare di trasmettere qualche cosa, anche un misero sentimento, e questo è un errore gravissimo da evitare nel genere metal. Che poi la tecnica si sia perfezionata con il passare degli anni mi sembra ovvio, e il cambiamento strutturale delle diverse canzoni non è una coincidenza, poichè dalla band ne sono usciti ed entrati tanti, il fondatore Oliver Hartmann ha lasciato il posto a Mats Leven che in altri tempi (migliori per lui) collaborò con Yngwie Malmsteen.
I tedeschi quindi con questo "power neoclassic" ci propongono una loro evoluzione senz'altro migliore (e di molto) al primo album, anche se, la loro spietata raccolta di vari spunti da band come Stratovarius e Raimbow fanno si che per tutto l'album si ha quella sensazione di "già sentito" che sinceramente rifiuto. E sfido io, con "Fallen Angel" a non ricordarsi pienamente degli strato, ma la canzone può lo stesso affascinare gli amanti del melodic speed, sempre se questi non abbiano già conosciuto e affrontato i veri maestri e pionieri del genere. Lo stesso discorso si potrebbe fare per tutto l'album.

In conclusione, penso che chi voglia ascoltare solo ed esclusivamente una buona ed accettabile porzione di tecnica in contesto melodico e veloce, sfrenato e ritmico, adrenalinico e potente, potrebbe anche provare con l'acquisto del qui proposto album, ma se voi come me non riuscite a trovare un "power" degno di nota perchè ormai circolano solo cloni e quello che dovevate sentire lo avete già sentito, evitatelo alla grande. Posso in oltre consigliarvi l'ascolto di "Broken Vow"

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