1980. Siamo alla svolta del decennio di plastica… il NO FUTURE di qualche stagione precedente sembra definitivamente tramontato nell’oscurità e tutti i suoi protagonisti dispersi… la maggior parte travolti dalle nuove onde. Qualcuno si è rifatto il trucco, qualcun altro ha già voltato le ali… i più impegnati a cavalcare il sogno dello “yuppismo” discografico…
Ma nel cuore della terra di Albione, un eroe romantico continua a non darsi pace, maniacalmente affetto da schizofrenico trasformismo artistico. Spizz, in poco più di due anni, ha realizzato ben 5 singoli sotto diversi acronimi e con altrettante differenti formazioni… ma sempre mantenendo il suo misterioso soprannome come tema centrale. All’inizio dell’80 riunisce intorno a se quattro compagni fidati e come Athletico Spizz 80 (durante il Bank Holiday di maggio) realizza e licenzia, per la major A&M, il masterpiece “Do A Runner”. Il lavoro, diviso in undici capitoli, non è la new wave di "A Certain Ratio", non è più il punk delle Pistole o dei Dannati e non è ancora il dark di Bauhaus e/o Sister Of Mercy. Una miscela freak che strizza l’occhiolino all’elettronica “krauta” ma che non si lascia mai sopraffare dalla tecnologia… suona Devo, ma frullati con i Clash, quando non sparaflashati nell’iperspace-rock (e gli otto minuti della finale “Airships” ne valgono da soli il prezzo, qualsiasi prezzo a cui riusciate a trovarlo)… il tutto confezionato con infantile sarcasmo zappiano.
La fortuna, purtroppo, non arride al nostro, come spesso accade ai geni incredibilmente avanti e contemporaneamente in ritardo sui tempi, portandolo a nuovi isterici cambi di nome e formazione attraverso tutti gli anni ottanta (con una breve pausa pittorica… ah le similitudini con il Capitano Cuore di Bue…) ed i novanta, fino all’anno zero del nuovo millennio come Spizzenergi 2000. Ma “Do A Runner” rimarrà comunque una gemma di rara bellezza, inarrivabile ed ineguagliato, autentico epitome del decennio di plastica appena iniziato.
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