Atrium Musicae de Madrid - dir. Gregorio Paniagua - Harmonia Mundi, 1979

Ho acquistato questo disco qualche anno fa, spinto dall'interesse per la scoperta delle origini della Musica Occidentale. Andando a ritroso fino alle prime forme di Canto Monodico, pensavo fosse questo il limite di tale origine, almeno per la produzione discografica.

Non sono un musicologo né tantomeno uno storico della musica ma, da profano, intuivo la scarsità delle fonti sulla Musica Greca Antica, se non altro perché non ricordo di aver mai fatto caso a specifici reperti (papiri o similari) nei musei che di tanto in tanto si possono visitare.

Leggendo qua e là ho avuto modo di scoprire la presenza di studi approfonditi in materia, soprattutto con riferimento agli aspetti sociali della Musica nell'Antica Grecia e ai suoi innegabili effetti sulla cultura musicale paleocristiana.

I brani riportati in questo cd non possono che essere una ricostruzione, dovuta proprio all’esiguità delle fonti: frammenti di inni, poemi ed epitaffi.
Tale ricostruzione è, però, effettuata con una perizia almeno pari alla serietà e la qualità artistica degli esecutori che hanno intrapreso tale progetto.

L’Atrium Musicae di Madrid e, nello specifico, la famiglia Paniagua sono considerati degli specialisti nel repertorio della Musica Antica. Ogni loro produzione artistica viene giustamente lodata per il valore espresso.

Purtroppo le scarne note del booklet incluso nel CD  non consentono di comprendere a pieno lo sforzo fatto, che si spinge non solo alle modalità esecutive ed agli arrangiamenti, ma anche alla ricostruzione degli antichi strumenti (fate riferimento al link consigliato, per ulteriori dettagli).

All’ascolto aspettatevi qualcosa di molto diverso, talmente particolare che i più lo considereranno inascoltabile: brani dagli spunti melodici dissonanti e sinistri, lamenti corali accompagnati da strumenti a corda, fiato o percussione, monodie cantilenanti, brevi silenzi e rapidi inserti strumentali a colmare le lacune testuali, sonorità, per inciso, sicuramente più vicine alla tradizione orientale antica che a quella occidentale.

Si tratta di un’opera per pochi, sicuramente per i più coraggiosi e curiosi, comunque fondamentale per scoprire le proprie origini musicali.

Il tutto è presentato da un’ottima incisione la quale, anche se non recentissima, restituisce il giusto livello di nitidezza, dettaglio, dinamica e veridicità. 

 

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