La parsimoniosa discografia dei Sophia (e del suo leader Robin Proper-Sheppard) non difetta, al contrario, di testimonianze dal vivo, una costante nella storia della band. Da prima con “De Nachten”, live tenutosi ad Amsterdam nel 2001, in seguito con la serie di concerti “casalinghi” racchiusi nella raccolta “At Home With Sophia” del 2011 ed infine con i vari concerti tenuti nel 2017 in seguito all'uscita di “As We Make Our Way”, racchiusi in un triplo cd e lp (in edizione limitata di 1000 copie ciascuno).

In mezzo a queste pubblicazioni emerge il set acustico tenutosi al Radiokulturhaus di Vienna il giorno di S.Valentino del 2009 e trasmesso dalla Radio FM4 locale. Quattordici brani che spaziano lungo tutta la discografia dei Sophia, interpretati con la solita, “pacata” verve molto british tipica di Robin, coadiuvata dagli arrangiamenti di violini, viola e violoncello che spesso intervengono a rafforzare l'orizzonte di brani per loro natura depressi.

Il concerto porta come sottotitolo: ”dicesti che mi avresti dovuto lasciare a Natale e poi di nuovo a S.Valentino” (citazione della conclusiva “Signs"), e già questo basta per farci capire il mood dell'esibizione. Lente elegie del dolore passionale tanto debitrici dello slow-core quanto del cantautorato più intimista.

Lo stesso cantante ha dichiarato più volte l'importanza che ha questo live per il suo cuore, proteso in quel periodo verso una determinata persona, e di come non riuscisse ad immaginare una migliore coincidenza di eventi che realizzare un tale concerto nel giorno degli innamorati.

Il trasporto emotivo è palpabile sin dall'iniziale “The Sea”, con discese e risalite strettamente legate agli impulsi che ogni singolo brano riesce a dare all'ascoltatore. Sta ad ognuno trovare il suo momento all'interno del live.

Va detto che è veramente complicato non farsi trasportare via, mente e corpo, dall'infinita, annichilente drammaticità di “I Left You”, o rimanere seduti al momento in cui inizia la camminata lungo Oxford Street di “Where Are You Now”. Per non parlare della soave melodia di “Birds”, pronta a suggerirci di abbandonare i nostri sensi al suo fluire.

In definitiva i consigli per l'uso sono: per una notte lasciate ogni speranza voi che entrate e abbandonatevi, magari in prima fila, alla forza della musica e delle parole, a volte gli unici strumenti capaci di tramutare il dolore in gioia.

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