In questi anni di frequentazione del sito infinite volte ho speso solenni parole sui Black Sabbath e sull'etichetta discografica "Earache Records".
Eccomi ancora una volta ad elogiare queste due bestiali entità che da decenni costituiscono la base della mia "malattia" totale per la materia metallosa.
Sul Nero Sabba è inutile soffermarsi a lungo; sono la pietra angolare, i pilastri e le fondamenta da cui tutto è partito.
Nel 1992 la label di Nottingham raduna una dozzina di gruppi per dare il necessario tributo alla grigia band di Birmingham.
Si rende necessaria a questo punto del mio argomentare una doverosa premessa: niente e nessuno potrà e saprà mai raggiungere l'infernale e demoniaco approccio musicale di Ozzy e degni compari. Unici ed irripetibili come pochissimi altri in Musica.
Detto questo il disco in questione è un grandissimo tributo da parte di superbi e raffinati musicisti che rivedono, in qualche caso in modo molto personale, autentiche maligne gemme di nera bellezza.
Si comincia con i Cathedral di Lee Dorrian, i naturali eredi, gli unici del lotto accreditati di due brani: il puro e semplice revivalismo calligrafico di "Wheels of Confusion" e "Solitude".
Le solenni e glaciali martellate Industrial-Dub di Scorn ("The Wizard" in una versione irriconoscibile e stravolta) e Godflesh ("Zero The Hero").
Ci sono anche gli allucinati Brutal Truth che violentano a dovere "Lord Of This World"; la forse troppo prolissa e rindondante "Changes" che viene affidata ai Fudge Tunnel.
Ma a mio parere lo scettro per la migliore interpretazione è da attribuire ai Confessor che guidati dall'ugola cristallina di Scott Jeffreys si destreggiano in sapiente maniera con "Hole In The Sky".
Un giusto elogio ad una band immortale...NATIVITY IN BLACK...
Ad Maiora.
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