Negli anni settanta facevo le elementari e mi ricordo che la scuola iniziava ad ottobre, si tornava dopo la festività di San Francesco ed il primo momento dell'accettazione della fine dell'estate veniva distratto da inquisitorie occupazioni colpevolizzanti di educazione di regime.

L'abbronzatura iniziava a cedere al bianco candore del passaggio stagionale che ci lanciava i pensieri già al Natale. La trasformazione del sole estivo in introspezione era accompagnata dall'accorciarsi delle giornate e l'abbandono della truffaldina ora legale ripristinava il ritmo naturale.

Nel disco c'è quest'aria da foglie secche accompagnate dal vento, dal giallo luminoso al giallognolo decadente dell'inizio della preparazione al letargo. Tutte e quattro le entità che partecipano a questo assemblaggio musicale incarnano lo psichismo ottobrino, dall'etereo spinto dei Dark Arts alle ciniche atmosfere di Marnie, dall'impalpabilità oscura degli Autumnfair al trambusto diradato dei Soul Brothers.

La colonna sonora è presto fatta e raccomandata per una nostalgia impersonale suggerita dai vetri semi appannati e rigati da quella pioggerella autunnale che stimola piacere malinconico nel guardare fuori dalla finestra, col tuo cielo terso dentro di te dove è quella la giusta "regione" del tuo essere.

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