A rieccomi tra di voi colleghi!!
Pronto a deliziarvi (!!!) con l'ennesima immonda compilation sull'amatissimo Death Metal.
Un amore, quello verso questa forma estrema musicale, del tutto malato...ma sempre di amore si tratta.
Avercene di amici come il mio amico Alessio; sono andato ieri pomeriggio a trovarlo a casa, convalescente da un operazione al ginocchio. Come sempre abbiamo parlato di Musica, di concerti, di nuove uscite discografiche; prima dei saluti finali mi ha prestato almeno tre raccolte di Death Metal e Grind che delizieranno i miei fatiscenti padiglioni auricolari per le prossime livide giornate che mi attendono.
Sono ordunque qui a raccontarvi di Corporate Death che a memoria, sperando di non prendere qualche cantonata, dovrebbe essere la primissima raccolta messa in commercio dalla Relapse Records nel corso della sua ormai lunga storia. Una label storica tra le più importanti per un certo tipo di violente sonorità; nata nel 1990 in Colorado e sviluppatasi successivamente a Philadelphia.
Il lavoro che ho il piacere di presentarvi è datato 1993; quasi ottanta minuti di esagerata e belluina follia divisa in ventinove brani. Le band impegnate sono sedici, qualcuna con più brani.
Registrazioni rozze, spartane; tecnica, nella maggior parte delle canzoni, vicina allo zero assoluto.
Un unico comune denominatore: suonare a tutta, il più veloce e violento possibile. Creando caos, danni nei riguardi dell'ascoltatore.
Una carrellata di band che hanno fatto la storia del Metallo più estremo e senza alcuna concessione melodica.
Ci sono i finlandesi Amorphis agli albori di carriera quando il Death - Doom era ancora al centro delle loro giovanili attenzioni musicali.
Gli americani Incantation ci regalano il lato più oscuro di un pesantissimo ed opprimente Death; con il growl sinistro e dai toni ultra ribassati a dominare.
Gli Exit 13 di Dan Lilker (Anthrax, Nuclear Assault, Brutal Truth, S.O.D. tanto per aggiungere ulteriore benzina al fuoco in corso) imperversano in due brani di inaudita ferocia, con cambi di tempo ed improvvisazioni che toccano addirittura una sottospecie di Free Jazz; ascoltatevi "Societally Provoked Genocidal Contemplation" (ma che bel titolone hanno tirato fuori i nostri!!!) e mi darete ancora una volta ragione.
Non esiste un solo secondo di tregua; il massacro è in corso e si prosegue con i campioni del Brutal Death, ovvero i marcissimi Mortician che in meno di un minuto fanno piazza pulita della concorrenza. A loro la palma putrescente della band più violenta di tutte quelle impegnate in questo autentico Bignami tracimante rosso sangue; la voce, anche se sarebbe meglio chiamarlo rantolo mortale, è un grugnito così buio e pestilenziale da risultare del tutto incomprensibile, anche seguendo il testo.
La mia attenzione si sposta verso i viziosi Anal Cunt (altro nome da consegnare alla posterità...) che aggiungono una lurida ventata Hardcore ad un suono dai contorni Death Metal; non potevano mancare i Macabre tra i primissimi a cimentarsi con un ibrido Grindcore-Death già dal 1985. Anche nel loro caso è la voce da "scuoiato vivo" di Corporate Death, così si è sempre fatto chiamare il bassista cantante, ad imperversare. Una specie di miagolante falsetto che mette i brividi.
Sono alla fine e concludo con i Suffocation: una sulfurea colata di fango maligno. "Human Waste" è il suo titolo: personalmente tra le migliori cinque canzoni mai pubblicate nella ultratrentennale storia del Death Metal.
Alla prossima, a presto...GRINDCRUSHER...
Diabolos Rising 666.
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