"Ed ora sentirai sullo stereo sfilar gli eroi che ti fanno sognar..."

E' proprio così perchè le quattro band impegnate in questa raccolta targata "Earache Records" (e per l'ennesima volta mi tocca scrivere: sia sempre glorificata la label di Nottingham) hanno fatto la storia del BrutalDeathDoom. Gruppi che seguo con depravato affetto dai loro lontanissimi esordi.

Ma non ho mai capito una cosa riguardo il disco: l'uso del termine Grind nel suo titolo. Perchè effettivamente di Grindcore, a parte delle avariate scorie nei brani dei Carcass, non esiste traccia; questo nulla toglie alla bontà dell'opera, visto i partecipanti.

Vi ho già parlato in passato di Intombati, di Carcasse, di Cattedrali e di recente anche di Confessori. I saggi latini dicevano "repetita iuvant"; espressione che faccio mia per giustificare l'ennesima escursione in territori musicali tanto feroci.

La storia racconta che nel 1992, anno di pubblicazione del lavoro, le quattro band fecero un tour insieme in Inghilterra; una manciata di date che devastarono locali e padiglioni auricolari degli attoniti astanti. Ma che botta di culo hanno avuto codesti fortunelli!?! Vedere insieme dal vivo queste macchine da guerra...tanta invidia la mia.

Spetta agli Entombed dare inizio al macello. "Stranger Aeons" è un mid-tempo tentacolare nel suo breve fluire; tre minuti che ben condensano l'approccio musicale dirompente degli svedesi. Chitarre ribassate con quel "tocco" crushing che è una loro caratteristica basilare, batteria tempestosa e dinamica (del resto Nicke "Hellacopters" Andersson è tra i più bravi batteristi Death Metal). Con quel growl raggelante da baratro infernale.

Il testimone è ceduto ai Carcass con il brano migliore del lotto: "Incarnated Solvent Abuse". Le due distorte chitarre non conoscono pausa, costruendo continui riff da necrotica sala operatoria. Il doppio grugnito maligno di Jeff e Bill ci racconta di una bella storiella da settimanale di cronaca nera: "Extravasated bonas adhesive incarnate A pellucid quietus nocuosly I create". Ne caldeggio la traduzione; canzone tratta da quel testo di patologia medica che è l'album "Necroticism - Descanting the Insalubrious".

Dopo un simile inizio urge un certo rallentamento; ci pensano i Cathedral di Lee Dorrian con l'Heavy-Doom di "Soul Sacrifice". Gli unici veri ed incontrastati eredi del Sabba Nero. Non serve andare oltre con inutili parole.

Ed arriviamo infine ai più stralunati, ai più atipici del lotto; gli americani Confessor e la loro "Condemned". La voce acutissima di Scott, la batteria in controtempo di Steve (che sembra stia suonando un'altro brano da tanto lontana dagli altri strumenti): un Doom-Progressive(!!) doloroso.

Rimangono altri dieci brani; qui mi fermo. Scopriteli da voi.

Ad Maiora.

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