What's my scene
C'è solo una cosa che mi piace di più di ascoltare punk ed è sproloquiare sul punk.
È una questione di età, ovvio, ma è anche il fatto che a parlare di punk ci sono un paio di cose che mi hanno sempre mandato ai matti: una è l'attitudine, l'altra la scena.
Ora, con la storia dell'attitudine me la sono sempre cavata in modo veloce e indolore, buttando in mezzo i Violent Femmes. Cos'è l'attitudine punk? Ascolta il primo Violent Femmes e lo capisci subito. Che poi, se ascolti i Violent Femmes quello che capisci subito è che sono diversi dai Ramones; e infatti i Ramones hanno il punk, come qualcun altro ha il blues, invece i Violent Femmes hanno l'attitudine punk. Ecco, questa è l'attitudine, ascolta il primo Violent Femmes.
La storia della scena è un po' più lunga e incasinata, perché la scena è sempre esistita, non se l'è inventata il movimento punk; tipo prima c'era la scena della costa orientale e quella della costa occidentale ai tempi dei fricchettoni, o la scena di Canterbury che mi pare avesse a che fare col progressive o roba del genere; e dopo Madchester e il brit-pop, ma chi se ne frega. Insomma la scena non se la sono inventata i punk ed è pure sopravvissuta al punk.
Però per me la scena è diventata ed è stata una cosa bella per davvero solo con il punk, perché arrivano i kids che quella scena contribuiscono a costruirla quanto (e forse pure più del)le bande che si sistemano sul palco. E questa è la storia del do-it-yourself, che è un'altra bella storia tipicamente punk, e quindi ci sono almeno tre cose che mi mandano ai matti, a sbrodolare verità rivelate sul punk.
Ora, la scena è una nazione o una regione, in qualche caso una città, è raro che trovi la scena in un quartiere, figurarsi trovarla in un isolato.
Se trovi la scena in un isolato e in quell'isolato ci vivi o ci arrivi con poco, allora sei fortunato.
Prima o poi capita a tutti una botta di fortuna; a qualcuno è capitato di stare in un certo isolato a New York, primi anni Settanta più o meno, sì.
I'm talking about New York City
Mai confondere una scena con un'altra, per carità di Dio; per cui, se si parla della scena di New York, non ti venga in mente di tirare in ballo San Francisco o Los Angeles, meno che mai quei buzzurri di Detroit.
Ora, a New York ci sta una strada che te la fai a piedi in dieci minuti se vai spedito o il doppio se te la prendi comoda, ma comunque sia ti porta dalla Bowery alla Diciassettesima Strada, e vuole il caso che da quella strada venne fuori una scena.
Anzi due, perché partivi dall'estremità meridionale e ci stava il CBGB's e arrivavi a quella settentrionale dove ci stava il Max's Kansas City. Sempre parlando al passato, perché oggi al posto del CBGB's ci sta un negozio di abbigliamento e al posto del Max's ci sta una paninoteca, e viene da pensare.
E qui non si tratta solo di non confondere New York con San Francisco o Los Angeles o Detroit, ma neppure il CBGB's col Max's, anzi se non capisci la differenza quelli si incazzano ancora di più.
«Pur a dieci minuti di distanza, i due club erano in quartieri diversissimi. Il CBGB's era in mezzo al nulla, sulla Bowery. Era la Desolation Road, tra piccoli edifici distrutti e terreni abbandonati. Il Max's invece era in Park Avenue South all'angolo con Union Square, circondato da enormi palazzi, perlopiù banche e uffici … Davanti al CBGB's lo scenario era lo stesso ventiquattr'ore su ventiquattro: barboni neri mezzi morti e ubriachi per terra e poco altro. Ma al Max's la differenza tra giorno e notte era abissale. Essendo un quartiere di uffici, alla luce del sole era tutto un brulicare di attività, gente in giacca e cravatta che correva da una parte all'altra. Appena scendeva il buio, invece, non c'era un cane. NESSUNO. Sembrava una città fantasma, l'isolato era nostro. Talvolta c'incrociavamo: quando rientravamo a casa come vampiri, gli impiegati arrivavano.».
E siccome al CBGB's e al Max's si faceva musica, oltre a mangiare da schifo, c'era da stare attenti pure a chi suonava in un posto e chi nell'altro.
«Benché le band suonassero in entrambi i club, c'erano i gruppi del Max's e quelli del CB's, un po' come se fossero due clan: gli Heartbreakers, i Fast, Wayne County, Robert Gordon, Suicide, Cherry Vanilla, i Blessed, i Cramps e i Senders erano gruppi del Max's. I Ramones, i Dead Boys, Talking Heads, Blondie, Sick Fucks e Dictators erano gruppi del CBGB's. Dipendeva da dove avevano cominciato e dove suonavano più spesso.
Se per alcuni gruppi non era così chiaro, lo era invece per altri. I Ramones per esempio erano strettamente CB's. Non mi ricordo di averli visti una sola volta al Max's.».
E questo significa una sola cosa; che, anche per chi c'era, i ricordi diventano man mano più labili e sembra che i Ramones al Max's non ci avessero mai messo piede. E invece lo so per certo che almeno due volte ci suonarono, 8 e 9 ottobre 1976: sta scritto nella gigography in calce alla loro biografia e ci sta pure un reperto video di quelle serate insieme ai Talking Heads, niente popò di meno, cercatelo se ne hai voglia.
Per cui è vero che certi gruppi erano del CBGB's, ma non disdegnavano una capatina al Max's di tanto in tanto, e questo è altrettanto certo.
Sennò non si spiegava l'andirivieni continuo tra il CBGB's e il Max's.
«Verso le due, tre del mattino cominciavano le corse avanti e indietro tra il Max's ed il CBGB's, soprattutto per le ragazze, che si incontravano a metà strada chiedendosi “Hai visto Johnny? È al CB's?”.
“No, dovrebbero tornare al Max's, non li hai visti?”.
“Macché, vengo da lì, ci sono i Television che suonano … chi suona al CB's?”.
“I Dead Boys. Ci siamo rotte, andiamo al Max's.”
Si incontravano nella direzione opposta mezz'ora dopo: “Hai visto Jerry? È al Max's?”
Ce n'erano sempre almeno due o tre che correvano tra Union Square e la Bowery, preoccupate di perdersi qualcosa.».
Che poi, di tanto in tanto l'atmosfera si faceva tesa e succedeva che quelli che dal Max's andavano in trasferta al CBGB's, e viceversa, attaccasero briga e finisse in rissa.
«Una sera, Wayne County, il cantante o la cantante, insomma il travestito degli Electric Chairs, spaccò la faccia di Handsome Dick Manitoba, cantante dei Dictators, un gruppo piuttosto macho del Bronx.
Accadde al CBGB's durante un concerto degli Electric Chairs.
Handsome Dick, fisso davanti al palco non smetteva di gridare: “Frocio! Frocio!” fin quando Wayne County, vestito di bianco e incazzato (incazzata?), rispose: “PERCHÈ NON VIENI SUL PALCO A BATTERTI DA VERO UOMO?”.
Salì senza esitare, solo per prendersi immediatamente l'asta del microfono dritto in faccia e ritrovarsi all'ospedale.».
Giusto per ribadire che il CBGB's e il Max's saranno pure stati a dieci minuti a passo spedito, avranno pure condiviso scena e gruppi, ma il CBGB's aveva la sua scena e il Max's aveva la sua; e ancora oggi che CB's e Max's sono rasi al suolo e sepolti nella memoria, se capita di confondere, qualcuno che s'inca##a lo trovi sempre.
Per cui, tocca fare una scelta di campo, da che parte stare.
Down at Max's Kansas City, baby.
Per me, da un po' sto col Max's, subito pronto a voltar gabbana appena se ne presenti l'occasione, ovvio.
Va così che butto giù due righe sul Max's.
Al Max's ci si andava per mangiare da schifo, già detto, ma non solo.
«Quando non andavo a scopare da qualche altra parte, me ne andavo tutte le sere al Max's Kansas City.».
Non è proprio quello che intendevo.
«Era il club che frequentava prima Andy Wharol e recentemente era stato preso d'assalto da una miriade di band locali, tutte più o meno eredi dei Velvet Underground, tipo i Television e Patti Smith.
Alcuni cominciarono a chiamare quella scena “punk rock”.».
Ecco, così va meglio; intendevo questo, in realtà, anche se quella parolina lì, “punk”, non è che si capisse granché bene il perché.
«Tutti gli articoli sostenevano che le band di questo genere si ispirassero agli MC5, e da dove venivo io, la parola “punk” non aveva un gran bel significato. Di conseguenza gettai tutti gli articoli giù dal gabinetto perché, in galera, un punk è uno che viene messoa quattro zampe e trasformato nella fidanzatina di qualcuno. Frasi del tipo “farò di te il mio punk” potevano farti ammazzare, sai?».
Date le premesse, ci sta che il Max's e la scena punk attizzassero un minimo di curiosità anche in chi c'entrava un cazzo né col Max's né colla sua scena.
«Una sera di primavera eravamo al Max's quando a Babette venne da vomitare perché era troppo fatta, così uscì a prendere una boccata d'aria.
C'erano sempre degli sfigati stile disco che venivano al Max's per vedere cos'era 'sta cosa di cui tutti parlavano, il punk rock. Uno di questi era appena entrato nel club, sembrava uscito dal film La febbre del sabato sera: abito bianco con camicia aperta, catenine d'oro attorno al collo. Si avviò sulle scale quando Babette, sopra di lui, prese a sboccare pesantemente, coprendolo di vomito dalla testa ai piedi. Aaarrrggghhh!!! Rimase piantato lì, sotto shock. Gli colava dalla testa, dappertutto.
“Oh scusa” disse Babette con un sorrisetto infastidito. Il tipo non riuscì nemmeno a rispondere, da quanto era incazzato. Si girò senza dire una parola, ridiscese le scale e tornò a casa. Se era venuto per vedere del punk rock, era stato servito.».
Pensa se il vomito di Babette avesse sommerso tutto il resto.
This is pop rock
Perché, nei miei sproloqui sul punk me lo chiedo immancabilmente sempre come sarebbe andata a finire se la scena punk avesse fatto fuori la disco-music e fosse diventata un fenomeno da cultura popolare.
Ma rimase confinata lì, al Max's e da quell'altra parte, a New York. Poi ci furono San Francisco, Los Angeles e pure Detroit, ma furono altre storie, altre scene.
«Heartbreakers, Cherry Vanilla e la Staten Island Band, Wayne County e i Backstreet Boys, Fast, Pere Ubu, John Collins, Harry Toledo, Suicide, Ramones, Blondie, i Dolls, Television, Talking Heads, August, Mong, Poppees, Marbles, Planets, Miamis, Just Water, Tuff Darts, Day Old Bread, Richard Hell, Lance Loud e i Mumps, Another Pretty Face e Mink DeVille. Ah già, pure gli Psychotic Frogs.».
Tutti ceffi nati e cresciuti o solo passati per il Max's Kansas City.
Max's Kansas City: 1976 & Beyond
Fatto sta che cinque mesi fa è uscito questo disco, che riporta alla luce tanta di quella musica che riecheggiò tra le mura del Max's ai tempi in cui gli sfigati stile disco accorrevano curiosi a vedere che accidenti fosse questa scena punk.
Sarebbe una ristampa dell'originale, venuto fuori nel 1976; però è molto più che una ristampa, se è vero come è vero che nel vinile originale trovavi dieci brani, e ora ne trovi venticinque, se ti porti a casa il doppio vinile, oppure quaranta, se ti accaparri il doppio cd; per cui, c'è poco da fare i feticisti del cazzo.
Oddio, è scomparsa dal lotto «Final Solution», ma chi se ne fotte se ci sta «Johnny Was a Fireman», della serie “Kill David Thomas for Joy Ryder”.
Più che un disco, un pezzo di storia clamoroso.
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