Sono il fenomeno underground del momento, ma dureranno molto più di un momento, e sono sempre meno "underground".
"Black Rainbow" (2011) è il secondo pugno nello stomaco degli Aucan; forse è dubstep forse no, dubcore o qualche versione malata del post-rock, in realtà mi interessa fino ad un certo punto, è musica con le palle.
Un album diverso dall'esordio omonimo del 2008, ancora grezzo. Qui i suoni sono pieni e potenti, curatissimi; già l'ep "DNA" (2010) aveva indicato la via, la violenza di "Crisis" si riverbera un anno dopo nei solchi di Black Rainbow, che è un capolavoro, l'avrete capito, una vera scarica di pesanti colpi che ammazzano. "Heartless", la title-track, la freddezza crudele delle poche parole di "Away!".
Vederli live è un'esperienza di vita, ma su disco l'energia è comunque sufficiente a cambiarti la giornata.
Questa è la musica dei duemiladieci: su i cappucci.
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