Era un bel pò di tempo che non mi capitava di ascoltare un disco rock (nel senso più stretto del termine) fatto come si deve. Il disco in questione è questo "No Hay Banda" (2005) dei norvegesi Audrey Horne (nome chiaramente ispirato all'affascinante fanciulla protagonista della magnifica serie "Twin Peaks" di David Lynch).
Ad un primo impatto, leggendo alcuni dei nomi coinvolti ci si potrebbe chiedere se questi loschi figuri non c'entrino più col metal che con il rock. Infatti troviamo rispettivamente alla chitarra e alle tastiere Arve Isdal (alle sei corde con Enslaved, Malignant Eternal ed I; cioè il nuovo gruppo di Abbath degli Immortal) e Herbrand Larsen (tastierista degli Enslaved), al basso Tom Cato Visnes (ex Gorgoroth, Jotunspor, attualmente anch'egli in forza agli I e agli interessanti Sahg) e alla seconda chitarra Thomas Tofthagen (chitarrista dei già citati Sahg). Lo stile di questi simpatici norvegesi è un rock moderno che ci riporta alla mente allo stesso tempo Alice in Chains, Faith No More e qualche reminescenza neanche troppo velata della scena rock scandinava.
Le songs si strutturano in maniera molto semplice e lineare con ritornelli mai banali che si stampano subito in testa, ritmiche incalzanti, ed eccellenti soluzioni vocali, ad opera del singer Toschie che sfoggia un cantato davvero vario ed ispirato. Davvero ottimo il lavoro in fase di arrangiamento da parte del gruppo. L'opener "Dead" parte con un cantato serrato ed opprimente per poi esplodere in un ritornello molto arioso, "Get a Rope" e "Blackhearted Visions" mettono in risalto le pulsioni piu rock'n'roll della band (ed eccco che spuntano le influenze di Gluecifer ed Hellacopters) senza tralasciare dei refrain semplicementi da applausi. "Confessions & Alcohol" (a mio avviso la migliore dell'intero platter), "Deathhorse" e "Bleed" ci presentano il lato epico, amaro e riflessivo degli Audrey Horne. Molto particolari risultano essere "Weightless" (qua e là si odono accenni ai Pink Floyd) e la lunghissima (quasi nove minuti) "The sweet taste of revenge" che si poggia su una struttura carica di "tensione" per quanto riguarda le strofe e basa tutto sull'emotività nello straordinario ritornello. La produzione ad opera di Arve ed Herbrand con la collaborazione di Joe Barresi (Queens of the stone age e Tool fra gli altri) bilancia al meglio potenza e pulizia.
Tutti i musicisti coinvolti sono autori di una prova piacevole e coinvolgente allo stesso modo. La proposta degli Audrey Horne mi sento di consigliarla veramente a tutti, oppure diciamo agli amanti della buona musica in generale. Di questi tempi a mio modesto avviso non si può perdere l'occassione di godersi poco più di un'ora di musica fatta con passione reale… io intanto aspetto il secondo disco…
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