Gli Aura Noir sono un gruppo fondamentale per chiunque ami il metal estremo che richiama in primis il vecchio metal degli anni '80, thrash (e quando si parla di thrash NON intendo Metallica, Megadeth e compagnia bella) e l' old school black metal dei Venom, Morbid e primi Beherit.
Nati nel lontano 1993, sono riusciti a prendere visibilità solo negli ultimi anni grazie anche alla presenza di Blasphemer (ex Mayhem) e del grande Apollyon, personaggio eclettico molto attivo nella scena underground norvegese e neo membro dei ben più famosi Immortal.
Il disco in questione, "Deep Tracts of Hell", è il loro secondo full-lenght, che segue "Black Thrash Attack", altro capolavoro della loro discografia.
La partenza è micidiale: un minuto e cinquanta di riff tiratissimi che vanno ad infarcire il classico tupa-tupa (chi è abituato ad ascoltare parecchio metal sa a cosa alludo) della batteria, stop and go centrale che aumenta la potenza e l'orgasmica alternanza di fraseggi thrash molto old school con le "melodie" malvagie care al vecchio black...
Gia da questi primi due minuti si riesce a percepire la puzza di fogna che questi tre norvegesi riescono a produrre con i loro strumenti... Una fogna colma, che sta per straripare da un momento all'altro...
Il secondo pezzo si muove sulle stesse linee, andando però a finire con un blast-beat, più moderno, quasi death, ma il capolavoro del disco è sicuramente "Swarm of Vultures". La song inizia solo con la chitarra che vomita un riff squisitamente maligno per dar via poi al massacro aiutata dalla batteria, cha aumenta sempre di piu la velocità... Per poi fermarsi! A questo punto il pezzo diventa un mid tempo da puro headbanging.
Ovviamente gli Aura Noir non puntano ne sull'innovatività ne sull'originalità, ma sulla potenza e sull'attacco frontale quindi il disco come potete immaginare si muove sulle stesse coordinate per tutte le song, che comunque sono tutte di altissimo livello senza neanche un pezzo non all' altezza.
Da segnalare comunque "Slasher", pezzo devastante e "Purification of Hell", altro ottimo pezzo. La produzione del disco è perfetta per il genere: batteria martellante, compressa il minimo indispensabile, chitarre in primo piano e voce on your face, con tanto di distorsore e a volte con otto chili di riverbero. Per chi ama il sound reale del metal e di conseguenza ciò che viene dagli anni 80 è da ascoltare assolutamente (come tutta la discografia degli aura noir), per chi cerca tecnica senz'anima e suono pulito ultra-plasticolso astenersi vivamente.
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