Conosciuto principalmente come il gemello di "Tri Repetae" (un po come per "Anti" con Incunabula) l'ep "Anvil Vapre" (Warp, 1995) rappresenta ad oggi uno degli episodi più riusciti per quanto riguarda la produzione dei primi Autechre. 

Proprio come accaduto con "Tri Repetae" questo ep si pone essenzialmente come via di mezzo tra le due principali sfaccettature del leggendario progetto inglese: quella ambient-techno di Incunabula - calda e melodica - (sfociata poi nelle cupe sperimentazioni di "Amber", che seppur seguendo la scia a sua volta comincia a porre le basi per il seminale '95), e quella cerebral-deframmentata post "Chiastic Slide" (concretizzatasi completamente con l'astrazione di "EP7" e via via, escludendo recenti cadute di tono, sviluppata in modo definitivo(?) nel decennio successivo). Nulla di nuovo: la carriera degli Autechre, a differenza di colleghi più stilisticamente chiusi, è parecchio interessante proprio per l'interazione tra un disco e l'altro, e l'evoluzione, graduale, di uno stile col tempo diventato sempre più sperimentale, sempre più "indecifrabile", sempre più magniloquente. In una parola: Avanti.

Le quattro pieces di questa release, a differenza della maggiorparte dei lavori dei due (che pur seguendo spesso e volentieri un preciso concept "periodico" presentano regolarmente le più svariate tecniche compositive), sono tutte accomunate da due onnipresenti dettagli: riverberi e ritmiche. Quest'ultime sono estremamente più spesse e violente (talvolta breakeggianti), quasi come nella più grezza harsh-ebm teutonica, rispetto a quelle filtrate, mentali e sincopate più tipiche della tradizione inglese che ha proprio negli ae della prima metà 90's uno dei nomi più rappresentativi; gli invalicabili muri di riverberi, ampi e mai domi, invece non sono certo qualcosa di nuovo nel loro sound, ma lo sono eccome gli insoliti richiami al dub techno, (che inevitabilmente richiedono un approccio differente allo stesso riverbero), che rappresentano un altra sostanziosa novità nella loro produzione, nonchè -essendosi raramente dub-ripetuti- motivo di notevole interesse all'interno della release in quanto tale.

Le ritmiche si mantengono quindi sulla falsariga di "Tri Repetae", ma dunque ancora più marcate come è evidente sin da subito su "Second Bad Vilbel", traccia che si avvia con un potente noise distorto ad anticipare un beat altrettanto distruttivo ove si posano svariati elementi dissonanti, forgiando cosi un notevole treno affidato - se escludiamo il semplice quanto efficace riff melodico- al solo rumore, mai cosi tagliente e poderoso fino ad ora (in pratica un anticipo delle complesse architetture di "Chiastic Slide", ma con una linearità/quadrangolarità comunque ancora ben presente rispetto agli assalti asimmetrici di quest'ultimo). "Second Scepe" percorre le medesime direzioni, ma con una componente glitch-metallica in più, a ricreare nuovamente quell'affascinante contrasto, tipico degli esordi, con le calde texture analogiche (qui nella fattispecie l'ormai classico e sputtanatissimo arpeggino-nostalgico), facendo qualcosa che con gli anni a seguire moltissimi, anche troppi, nell'ambiente riprenderanno (beccandosi persino la presa per il culo di nientedimeno che Vsnares, che sul tema ha dedicato un pezzo dal titolo quanto mai esplicativo (British IDM Preset Fanfare)!.

Riguardo a "Second Scout" ritmicamente siamo vicini alle due precedenti tracce, ma il riff qui è al 100 % un esempio di dubtechno; praticamente nulla di differente da quello che stanno facendo i Basic Channel, in particolare col progetto Maurizio, tape delays in 4/4 inclusi, però a differenza di quelle rarefatte e seminali produzioni aliene... beh qui si pesta ritmicamente, e non poco visto che il beat è ancora una volta devastante. Curioso poi come qui, cosiccome nella sincopata "Second Peng" (ritmicamente acida e dalla cadenza marziale, atmosfericamente echi dei FSOL più extrasensoriali) appaiano anche spasmodici e saltellanti synth acidi che in nulla differiscono da quelli utilizzati nella più recente dubstep (il cosiddetto warble bass)

Come a dire che Booth & Brown, volenti o non volenti, in un modo o nell'altro, riescono ad essere ancora pionieri, come lo furono in quel 1993 allontanandosi dall'ambient techno e ponendo più che delle semplici basi per quella che con gli anni a seguire verrà conosciuta, e spesso strumentalizzata, come "IDM". 

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