Questi due sono ancora degli esseri umani? Non esiste risposta più chiara dei sessanta e passa minuti di "Draft 7.30". Stop. Fine. Evoluzione completa, quei pochi squarci di pelle che ancora li rivestivano si sono distaccati del tutto, la loro creatura non è più di questo mondo ormai. Persino titoli e copertine non sono più di questo mondo; assenza di emozioni, asetticità totale, annichilazione dei sentimenti è quello che le due macchine comunicano adesso. Forse non possono comunicare altro: non è più nemmeno roba 'astratta' o sperimentale: è semplicemente musica composta da delle fredde e apatiche macchine. E le macchine non provano emozioni. E' risaputo.
Chi altri avrebbe potuto creare "P.:NTIL" e chi concepirne il titolo? O la demenza di "Tapr"? E' vero, ci son dentro tutte quelle masturbazioni del tipo ritmiche irregolari, errori digitali, dissonanze industriali, vandalismi che manco Steven Stapleton.. ma secondo voi una roba come "6IE.CR" è fatta col cuore? Per non parlare di "Xylin Room" e quel trip incredibile che è "Surripere", scorie di electro vecchia scuola, resuscitata in formato digitale, con chiaramente tanti sub-bass, beat sincopati, 808.. ma anche ritmiche dall'andamento minimale, altre più click and pops, altre ancora marce e freddissime - che non possiamo chiamare più nemmeno ritmiche, tantomeno suoni, piuttosto segnali o errori di programmazione - a conferma di un'umanità ormai andata).
Talvolta le macchine possono pure andare in tilt, ed ecco che ti tirano fuori "IV VV IV VV VIII", che per inciso è il beat più devastante e terroristico targato Ae, secondo solo a "Calbruc" di quel "Chiastic Slide" che vedeva soltanto le prime fasi di deumanizzazione dei due inglesi). Alle volte invece funzionano meglio e provano a tirar fuori qualche emozione, qualche melodia pelledocale, ritmi dal tocco umano, insomma quella roba tipo "Shine On You Crazy Diamond". Quantomeno si ci prova quando programmano "Theme Of Sudden Roundabout" e "VL AL 5": suonacci sporchissimi a bassissima risoluzione (non 8bit ma quasi), martellamenti aspri e decomposti, melodie (o meglio segnali) alienoidi, micro-rifiniture precisissime e glitch geometrici (in un evoluzione altrettanto quantizzata e senza il minimo decimo di margine d'errore altrimenti detto tocco umano) è tutto quello che ne viene fuori.
Caos asettico, aritmico, amelodico, più semplicemente cinico. Dopotutto sono macchine. Macchine che possono creare, emulare, rispondere a determinati input, magari quello di emulare qualcosa di già esistente: su "V-Proc" di fatto ti sparano fuori un drumming che dice Dj Shadow (e lo grida forte) ma poi si rivelano per quello che sono, e via di glitch deformi, clangori industriali (ma industriali nel vero senso della parola, non il genere) echi e contro-echi metallici, rumoristica ansiogena, paranoia, suoni rallentati, velocizzati e ri-rallentati che compaiono, scompaiono e ricompaiono per poi sparire nel nulla, mandati in orbita per poi riatterrare: la precisione è robotica, l'intelligenza è artificiale.
Forse Rob Br.... i due Autechre, hanno avuto il tempo di fare qualcosa, operare quando la trasformazione non era del tutto completa: "Reniform Puls", che ha pure un titolo adesso più regolare, è quel qualcosa: ritmi lineari, sintetizzatori che disegnano arabeschi misteriosi, goticheggianti e scenari di nostalgia (è un emozione?), ma oramai è tardi, perchè il tasso umano è bassissimo, e a suonare ciò ci pensano synth a metà tra chiptune e usurate tastiere giocattolo, oltre che gli usuali virtuosismi glitch, a ribadire che no, non sono più umani. Sentenza confermata alla fine dell'opera, dove il brano abbandona quei pochi rimasugli melodici per far posto alla pura astrazione ritmica, lasciando che questi rimasugli (echi, feedback, frammenti dissonanti e dissestati) di quelle ormai irriconoscibili note, fungano da surplus ritmico / (non)paesaggistico, anticipando quello che è a tutti gli effetti un concertino di macchinaggi: due minuti di rumoristica digitale, mai così distante, mai così disumana, che chiude l'evoluzione e la magniloquente, meravigliosa, emozionante opera, negativo di questo splendido cambiamento.
Ma siamo proprio cosi sicuri che le macchine non provino emozioni? O che siano peggio degli umani?
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