Colpito dalla magnifica copertina, mi sono avvicinato a questo disco, uscito nel 2003, degli Autumn Rain Melancholy, band russa attiva dal 2000. E mi sono smarrito in una foresta ingiallita e spoglia in un triste giorno piovoso... e la sensazione è stata estasiante.
Con l'opener "Nachalo", cantata in lingua madre come tutto il disco, inizia la nostra camminata nel bosco, mentre le nuvole offuscano la fioca luce della sera e l'aria si fa densa e fredda. Stupendo l'incedere di pianoforte e batteria che accompagna la soave voce della cantante nella seconda traccia: "Slezy Oseny" che termina sopraffatta da una sottile pioggia.
"Sneg" è la prima canzone dove fa la comparsa la voce maschile, Con l'opener "Nachalo", cantata in lingua madre come tutto il disco, inizia la nostra camminata nel bosco mentre le nuvole offuscano la fioca luce della sera e l'aria si fa densa e fredda.. Bellissimo l'intro della quarta traccia (senza titolo) dove le chitarre si fanno più pesanti e dei flebili violini portano alla prima accelerazione di tempo dell'album.
Colpisce l'eclettismo vocale proposto dal quintetto, che alterna vocalizzi gutturali come accennato prima a "liricismi" purissimi, prova ne è "Pred Stupenjamy Beskonechnosty" o "Okonchaine (Moy Mir)" che propone un duetto tra due stili di voce distantissimi tra loro ricordando a tratti i primi Theatre Of Tragedy, anche per la bellissima voce femminile.
Affascina il sovrapporsi di strumenti quali l'organo, il clarinetto ed il già citato pianoforte a sonorità più ‘heavy', ed il risultato è un gothic/doom sempre ammaliante, dimostrazione ne è la strumentale "Kogda Angely Umiraut", mai banale.
La canzone più lunga "I Mne Hochetsja Verit" è quella più violenta e si fa quasi inquietante nel finale con il pianoforte che sovrasta tutto il resto, mentre l'ultima "Posle", dolce e morbido velluto tastieristico, ci lascia immersi in una triste soavità paradisiaca.
Sinceramente non credevo di trovarmi di fronte ad un disco così ben prodotto e arrangiato, oltre che (e soprattutto) suonato magistralmente. Per gli amanti delle sonorità gotiche e malinconiche (e per chi vuole conoscere una nuova band molto capace) "Seven Steps To Infinity" è un disco sicuramente da ascoltare.
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