Terzo album in studio per la band americana, che abbandona il metal-core dominante fino al precedente lavoro, per realizzare con "City Of Evil" un album più classico e che vede pure l'alleggerimento del sound.

Questa scelta è stata dettata, a quanto pare dai problemi alle corde vocali del frontman che con i continui urli nel giro di poco tempo avrebbe perso la voce, quindi la scelta di eliminare le parti in growl, cambiando pure di fatto stile.

Il genere è un heavy metal di stampo classico, il che sposta la fascia di papabili consumatori, anche verso chi non è incline al metal in genere, potendo soddisfare quindi palati diversi.

La band ha pure collaborato con i tanto odiati Good Charlotte in un brano dell'ultimo album ("The river") in cui viene fatta cantare una strofa al cantante degli Avenged e questo avrà scatenato le antipatie di molti.

A livello di sonorità di insieme si nota il massiccio usa della chitarra acustica come accompagnamento e a tratti pure c'è l'ausilio di violini e archi, se questa scelta sia azzeccata o meno lascio a voi il dilemma. Naturalmente visto il genere, non mancano nemmeno una lunga serie di assoli e contro assoli.

La cosa che stupisce però è la durata: ben 72 minuti di musica. Bisogna anche dire che le canzoni hanno un piglio coinvolgente e sono abbastanza orecchiabili, anche se purtroppo spesso vengono penalizzate dall'eccessiva durata. La band  dimostra di essere creativa, ma a farne le spese sono, (prendendo come riferimento il genere), due elementi chiave: la potenza sonora e appunto la troppa dispersività delle canzoni.

Ma adesso spendiamo qualche pensiero per le canzoni.

Come ogni cd che si rispetti, anche "City Of Evil" ha la sua colonna portante chiamasi "Seize the day" canzone che definirei stupenda, una canzone che di metal poco ha, visto che è una ballata,  ma che comunque riesce a prenderti con una melodia accattivante merito anche dell'uso della chitarra acustica e dell'assolo centrale tra i più riusciti dell'intero album.

Canzoni discrete sono "Burn it down" e "Bat country", ma a spiccare è soprattutto "Blinded in chains" (inserita nella colonna sonora di un famoso videogioco di corse). Questa canzone che dura molto, a differenza di altre di durata medio-lunga, riesce a non annoiarti e soprattutto si sente il bel lavoro fatto dal batterista all'inizio e durante la traccia. Non a caso una caratteristica che distingue il gruppo è proprio i molteplici intro di batteria che aprono le canzoni.  Pezzo che si conclude con un bel outro oscuro, in cui sembra davvero di sprofondare  nelle viscere dell'inferno.

Bene, a questo punto credo che il semplice curioso può andare in basso alla pagina per le conclusioni, per chi invece paziente e interessato al disco, ora darò particolari in merito alle altre song in maniera più dettagliata.

Partiamo con "Beast and the harlot", pezzo di apertura, introdotto da un intro di chitarre che poi farà pure da outro, caratterizzato da una buona linea melodica nei refrain e da un assolo nella prima parte. Segue la più veloce "Burt in down", che con i suoi 4'58 è la track più breve dell'opera.

Saltiamo i due pezzi di cui ho parlato in precedenza e andiamo ad analizzare "Bat country", dagli umori contrastanti, che alterna parti veloci a parti molto lente e dolci e che si conclude in maniera tranquilla. "Trashered and scattered" è invece  caratterizzata da un riff roccioso, ma si rivela noiosa, vista pure la mancanza di assoli.

Nella seconda parte del cd, arrivano tutti componimenti lunghi (chi ha parlato di suite?). Ecco "Sidewinder" caratterizzata dal bel solo melodico di chitarra acustica a chiudere il pezzo e "The wicker end" composta con l'ausilio di archi e violini e che vede pure la presenza di canti in stile lirico. Segue la malinconica "Strenght of the world" forse un po' troppo prolissa, che paga l'intro di archi e una parte centrale consistente eseguita con l'orchestra sinfonica, ma che si riscatta in parte nel ritornello. "City Of Evil" arriva nelle battute finali con le ultime "Betrayed" carica di energia e la lunga e rilassata "M.I.A." che fa da chiusura ideale.

In conclusione, come già detto un cd che lascia insoddisfatti, che paga un running time troppo elevato non riuscendo a coinvolgere pienamente nell'arco della sua durata, ma che comunque contiene singolarmente qualche traccia di buona fattura, si farà apprezzare da persone diverse, ma se cercate la pura potenza e suoni più diretti senza fronzoli rivolgetevi altrove.

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