Ciao a tutti! Questa mia seconda recensione sarà un'analisi track-by-track del disco "Waking The Fallen" degli Avenged Sevenfold, loro secondo lavoro.
L'opera si apre con la titletrack "Waking The Fallen", breve ed inquietante intro che si collega direttamente ad "Unholy Confession" (unico) singolo estratto che presenta sonorità travolgenti ed un ritornello cantato in modo pulito: la vera perla di questo cd, una canzone che non stanca mai. Ne segue "Chapter Four" altra canzone coinvolgente con un ritornello orecchiabile e pulito. Il quarto brano, "Remenissions", è un brano che alterna un ritornello pulito ed accompagnato da chitarre acustiche in stile flamenco unite a chitarre elettriche, ad il resto della canzone in puro stile "Sounding The Seventh Trumpet", ovvero in scream in*****tissimo. Seguono la cattiverrima "Desescrate Through Reverence" (song che io apprezzo moltissimo) e la rapida "Eternal Rest", canzone molto bella che perde però quando rallenta e rimpiazza lo scream con un canto smielato e fuori luogo. La successiva "Second Heartbeat" è una canzone con un bel riff ma che forse viene riproposto troppo a lungo, e che in compenso ti fa tenere con il piede un tempo costantemente veloce. Per questo 6 minuti e 20 secondi possono sembrare tanti, ma gli ultimi 30/35 secondi della song sono composti da un assolo progressivamente sempre più veloce e complicato.
Come ottava traccia troviamo "Radiant Eclipse" forse tirata un po' troppo per le lunghe, con un bridge vagamente scontato ed un ritornello che può piacere e non. La nona e la decima traccia sono rispettivamente "I Won't See You Tonight Part. 1" e"I Won't See You Tonight Part. 2"; la prima è una ballad da 8 minuti e 55 secondi azzardata con successo, con tanto di archi e un accenno di pianoforte, nella quale si può notare un M. Shadow che canta perfettamente a squarciagola (senza scream) e che la rende più movimentata rispetto alla precedente "Warmess In The Suol". La seconda invece dura quasi la metà ed alterna uno scream forsennato ad un cantato pulito ma carico di energia e per niente smielato. La successiva "Clairvoyant Disease" è quasi del tutto priva di screaming ed è una canzone lenta e pacata che tende verso sonorità emo nel bridge post assolo. L'ultima traccia di questo cd s'intitola: "And All Things Will End"; questa canzone finale alterna parti che ci ricordano i Bad Religion a rallentamenti, il tutto con un po' di scream in mezzo, mentre alla fine troviamo un assolo tirato troppo per le lunghe e male, che finisce col diventare nauseante.
Insomma il quintetto di O.C. si è evoluto rispetto al lavoro precedente, producendo un disco molto apprezzabile e vario, sicuramente il migliore dopo "City Of Evil". Passo e chiudo.
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