AVRIL DOLCE DORMIR.
"Voglio essere me stessa e con questa mia convinzione fare la mia strada, scrivere di quello che provo e non preoccuparmi del giudizio altrui...". A. Lavigne.
Con la mia macchina del tempo (vedi rece dei Prodigy) mi fiondo di colpo nel 1992, in Canada.
Ora mi trovo fuori dalla scuola elementare di Napanee, cittadina di poche migliaia di abitanti nella provincia dell'Ontario che ha dato i natali alla Pippi Calzelunghe del rock. Al driiing una marea di mocciosi esce di corsa dalle scale facendo un casino infernale. Solo una ragazzina se ne esce sputando in faccia alle maestre e rompendo con il suo zainetto le vetrate della segreteria e scommetto che avete già indovinato chi è.
Bene, sembra che la ragazzina tra 8 anni (ossia verso i 17 anni, se non sbaglio) riuscirà a pubblicare il suo primo disco "Let Go" e dopo un paio d'anni questo "Under my skin": vero punto di "non ritorno" di quanto 'sto cazzo di rock'n'roll abbia forgiato, oltre a pochi autentici capolavori, intere generazioni di adolescenti mostruosi, coglioni, straffotenti e ribelli "without a cause" che riversano sulla "fama e sul successo" problemi di altra natura legati il più delle volte a quel cazzo di età di mezzo chiamata adolescenza.
"Molti disastri della storia dell'Umanità si sarebbero potuti evitare con qualche seduta dallo psicologo in più" dice un mio dirimpettaio d'ufficio, tal francesco, e non c'è da dargli torto.
Faccio un PSSH prolungato, ma non troppo per non destare sospetti tra il coacervo di mamme, bidelle e pedofili che pululano all'ingresso.
"u ar iu?" mi fa il criceto guardandomi di sbiego e masticando una cicca.
"Cam uit mi che mo' te spiegh ai" rispondo io in un lessico abatantuonico vanziniano.
"Ai don laic tis facking car" mi fa 'sta tapparella guardando la mia Rav4 più lercia che malconcia ma non fa in tempo a finire la frase che con una scarpata delle mie la fiondo dritta nel baule facendole perdere conoscenza.
Vaffanculo stronzetta del cazzo, adesso ti faccio vedere io ti faccio... "Miss Aidonlaic" di 'sta ceppa!
Sono nel retroscala di questo garage a ore in un postaccio senz'anima dimenticato da Dio.
La zoccoletta è ben legata a una sedia al centro della stanzona e si divincola come una tarantola al sole. Intorno odor di benzina mista a piscio e carcasse di sorci morti. Un'unica finestra in alto a rischiarar la scena con una luce dritta e sparata a occhio di bue sulla pischella.
Roba che nemmeno Storaro ci riusciva a farla una luce così d'effetto.
Si sveglia e mi spara a raffica una serie di Fuckin di qui, fucking di là, intercalata a parole incomprensibili tipo scit, mader, ass, coc sputate tra veleni e succhi gastrici salivali in multicolor.
Io in tutta risposta le assesto una sberla a man rovescio e la sua testa si gira di 180 gradi faranait (che lì per lì sembra strano ma vi assicuro che è comunque un bel girarsi!).
Cammino sempre scalzo quando lavoro perchè l'aumento della pressione e il nervoso mi creano problemi di circolazione alle gambe. Le porgo il CD del suo lavoro (che ovviamente non conosce) e mi chiede chi cazzo è quella stronza in copertina che si spaccia col suo nome.
Le spiego tutta la storia del viaggio nel tempo ma non crede a una sola parola e continua a minacciarmi a destra e a sinistra, mi parla di polìs, aikilliu condito da spruzzate di fuck peggio dello spumante a capodanno.
Continuo serafico la mia opera di redenzione mettendole uno dei miei calzini usati di lana, ben arrotolato in bocca: non sopporto il suo petulare continuo con quella vocina stridula da mocciosa impenitente che non sa ancora una cazzo della vita. Mi manda ai pazzi e mi si blocca la circolazione ancora.
Metto su il suo disco e glielo faccio sentire.
"Questo per te è rock'n'roll? È musica genuina? Musica fatta bene?"
"Questo è proto-punk serio e onesto? Vuoi spiegarmi perché usi sempre quei tre accordi? Perché la chitarra suona sempre uguale? Perché suona tutto così fintamente-ribelle?"
No compriende.
"Ma li conosci tu i Clash, i Lead Zeppelin, gli Who... ti dicono niente... di Jimi Hendrix ne hai mai sentito parlare?"
Mi guarda con gli occhi iniettati di sangue e dal suo sguardo capisco che per lei parlo arabo. E' come se gli sciorinassi ad uno ad uno, nome e cognome dei... che so'...i mille di Garibaldi: calma piatta!
Cazzo, sono desolato, triste, affranto.
Mi siedo per terra e guardo quel buco di culo di finestrella in alto spararmi il suo fascio littorio di luce sugli occhi. Tempo 20 anni e qui non si ricorderà un cazzo nessuno di nulla.
Tempo tre generazioni e nessuno saprà quasi nulla dei Queen, dei Led Zeppelin, di David Bowie, per non parlare degli Stone Pilot, i Yoj Division, i Sonic Youth... insomma, i "minori". Alla quarta generazione, diciamo fra 40 anni, ci saranno altri nomi, altri gruppi, tutto nuovo...altro giro di giostra e del passato rimarrà solo qualche lieve ricordo di qualche vacchio babbione come me.
Come con l'Olocausto: c'è già chi insinua che non sia mai esistito. Tempo che muoiano gli ultimi testimoni e vedrai se non ci sarà un nuovo revisionismo storico. Tempo 70 anni e sarà tutto cancellato o ridimensionato a 20 righe sui libri di storia.
Questa è uguale: non sa cosa sta facendo, non si rende conto di rifare le stesse cose (molto peggio) che hanno fatto altri con la sola differenza che lei E' GIOVANE e ancora VIVA e soprattutto, lei CI GIOCA a fare la ribelle.
Tutto questo il vantaggio.
La differenza è tutta qui.
Comincio così, come un novello Don Chisciotte, come nel film Arancia Meccanica, una lenta opera di educazione musicale facendole sentire in cuffia alcuni capisaldi (o perlomeno qualche buon disco) del passato, chissà che almeno impari la lezione e si metta di buona lena per far qualcosa di diverso quando arriverà il suo momento. Al terzo giorno la bimbetta ha gli occhi fuori dalle orbite e si capisce che non ce la fa più.
Tranquilla cucciola, ho ancora una trentina di CD da farti ascoltare e poi una base minima almeno ce l'avrai.
Sembra non capire, è ancora inviperita con me. E pensare che un domani mi ringrazierà di tutto 'sto popò di cultura che le sto' regalando.
Accendo la radio e la notizia ormai corre di bocca in bocca. La stanno cercando ovunque e tra breve capiteranno anche qui.
Finisco con il disco dei Radiohead e la lascio tramortita legata alla sedia tra pile e pile di LP e CD disseminati attorno. E' meglio tagliar la corda adesso.
Ho fatto quello che potevo, se capirà bene e se no: seneandasseaffanculo.
Sono tornato nel marzo 2006 e me ne sto in panciolle sul terrazzo di casa mia con StronKo, il mio pitbull che rompe i coglioni per uscire a zampettare ad ogni costo. Lo scaravento giù direttamente dal secondo piano così non rompe più (tranquilli: è legato alla grata del balcone con una corda di almeno 300 metri!).
Mentre gli lancio la testa della vecchia Barbie che usa come palla, mi cade l'occhio sulla copertina di Rumore di questo mese: ORRORE!!.
Che ti vedo in copertina?! Avril Lavigne, diafana come sempre in camicione lungo e bianco che duetta con Enja e Vollemweider all'arpa.
Miniinchia NOOO!!
Di male in peggio! E io che avevo fatto di tutto per allontanarla da quel rock zuccherino e insulso di quel "Under my skin" e guarda che ti ho combinato!? Una crisi di rigetto e la ragazzetta si è spostata tutta dall'altra sponda. Adesso fa spiritismo di impronta new-age-zen ed ha appena pubblicato il singolo "Sweet Sleep" da noi tradotto in Dolce Dormire.
Cazzo, l'ho sempre detto io. E' inutile modificare il passato.
E' meglio tenersi quello che c'è se no va a sempre finire di male in peggio!
Nulla si crea, tutto si distrugge.
Lo sa perfino Stronko che tutto giulivo mi ha riportato la testa della Barbie in uno stato tale che se la vede Dario Argento la usa direttamente come foto di locandina per il suo prossimo film!
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