Osservo il mondo da una culla, mia madre non è la mia vera madre ed io decido che è arrivato il momento di piangere.
La "mamma" urla fino alla rottura, sbraita, spezza il fiato; mi rompe le lacrime.

Continuo a ripeterlo e spero divenga un mantra ipnotico: le donne che urlano sono meglio degli uomini, nell'emo questo è un fatto.
Shannon si sgola fino al vomito, Shannon odia i piccoli screzi, le punture di zanzara, la sveglia inopportuna; odia tutti, anch'io odio tutti.

La notte ha una luce di fondo opprimente, rumorosa e calda: un fastidio sommerso sotto ansie granitiche, un prurito che continua a saltare in ogni cellula epiteliale; interna ed esterna.
Le brusche frenate sono attimi di vitalità e non importa essere preparati, l'importante è essere sempre se stessi: frase scontata, ma le maschere da levare sono sempre di più e trovare la propria faccia è un compito da prorogare, un compito da procrastinare.

La gola in fiamme, lo spirito da riscaldare, sentirsi a qualche istante dall'essere qualcuno che non sei stato mai; sono io?
Forse non lo sei, forse hai solo voglia di essere un'altra novità per persone appena conosciute, forse hai voglia di essere una novità per te stesso in rapporto a persone appena conosciute.
Forse hai voglia di conoscerti un pò di più, ma non c'é mai tempo.

Per fanz di Hotelier, Rainer Maria et similia.

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