Vi è mai capitato di rimanere folgorati dalla prima traccia di un disco sentito di sfuggita? L'opening track è sempre un brano importante, può essere bypassato come intro (fare comune in certo progressive o nei concept), essere un pugno in faccia (le urla belluine di Jon Spencer in "Skunk" che apriva alla grande "Now I Got Worry"), o comunque anticipare il mood del disco ("Thumb" che apriva "Blues For The Red Sun" dei Kyuss?). Se la prima traccia di una nuova uscita fa schifo, in questo mondo affetto da frenesia del download, spesso può significare relegare l'album negli anfratti bui del vostro HD.

Cosa che non accadrà quando vi troverete di fronte a "Eyes Of Light" che apre il secondo disco dei detroitiani Awesome Color (Ann Harbour per la precisione, vi ricorda qualcosa?). Mi capita sempre meno spesso trovarmi così totalmente appagato dall'ascolto di un brano, di gridare al miracolo dal finestrino, di avere visioni a sfondo mistico raffiguranti Rob Tyner e Iggy che corrono nudi sulle acque del lago Michigan. Semplicemente l'assalto sonico sull'asse MC5/Stooges più trascinante sentito ultimamente (mi sto autoregolando, potrei tranquillamente dire "di sempre" sull'onda dell'esaltazione). Roba che manda a casa interi scaffali di musica cosiddetta "rock". Testicoli fuori dalla patta, un batterista aborigeno, una conoscenza primordiale e istintiva degli strumenti, ma soprattutto una innata capacità di focalizzazione del bersaglio e delle finalità espressive, che solo i giovanissimi hanno. Potrei e potreste fermarvi qui, ma i ragazzi sono migliorati dal loro primo disco/tributo involontario al rock di Detroit uscito lo scorso anno.

"Step Up" risveglia le pupe di New York e le riporta agli antichi fasti, "Outside Tonight" flirta lascivamente con la negritudine dei primi Funkadelic, "Burning" onora il padre, Raw Power, mentre "Come And Dance" santifica la madre India vista dagli occhi di uno sballato dei 60's. C'è spazio addirittura per un bluesaccio zozzo e barcollante come "Evil Rose", degna chiusura di un album di sicuro non all'altezza della strepitosa traccia iniziale, ma buon viatico per rinfocolare lo spento fuoco del r'n'r nell'odierno (e moscio) panorama musicale.

Balls out please!

 

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