AYREON
"01011001"
Il progetto Ayreon non è un'accozzaglia di gran nomi messi a caso per dare alla luce più o meno riusciti brani orecchiabili alla "Avantasia" (che mi piace ma nulla ha a che a fare con gli Ayreon). Scrivo e giustifico il mio doppione perché non soddisfatto dalla precedente recensione che tratta 01011001 come fosse uno dei tanti cd metal senza voler capire l'enorme importanza che in questo caso ha il concept che ci sta dietro. Leggere i testi risulta non solo consigliabile, ma assolutamente fondamentale per capire davvero i brani, la loro struttura, posizione e poter quindi giudicare l'interpretazione degli artisti coinvolti che non citerò volutamente quasi mai.
Partiamo con il dire che "01011001" in codice binario ASCII significa Y e per chi conosce Lucassen e i suoi precedenti lavori sa che il pianeta Y è abitato dai Forever. Immortali, appunto. Esseri superiori che tessono le fila del destino anche della Terra. Terra e Y; rispettivamente il disco 2 ed 1 di questa mastodontica e apocalittica opera degli Ayreon uscita nei negozi oramai quasi un anno fa.
Y
Un essere immortale è felice per sempre? Sul pianeta Y in un tempo indefinito, l'esistenza dei Forever dipende troppo massicciamente dalle macchine e la perdita delle passioni li rende non solo tremendamente infelici, ma anche poco speranzosi per il futuro. Elettronica e riff ci entrano in testa a rappresentare un mondo oscuro, tecnologico e freddo all'interno del quale si formano delle crepe con cori magniloquenti e contrastanti, perché non tutti sono d'accordo sul da farsi. Certo "We are foverer", ma forse siamo prigionieri del tempo e nel break vertiginoso riflettiamo proprio di questo. Age Of Shadows perché non è più accettabile vivere in uno stato Comatose magistralmente impersonato dall' acquoso duetto Lande/Simmons. Qualcuno dei Forever, ha voglia di tornare al passato, ed alcuni di loro sono pure disposti a perdere la loro immensa conoscenza pur di tornare alla vecchia e amata "Liquid Eternity". E' una scelta dolorosa trasposta in musica con riff che sanguinano sofferenza e momenti più dolci e riflessivi che rappresentano la dicotomia passato/presente.
Lasciamo per un attimo il pianeta Y per accendere un faro sulla Terra di adesso per scoprire come la vita piena di routine e che si trascina giorno dopo giorno non sia troppo distante da quella di un remoto passato su 01011001. Un caso? Vedremo dopo. Strumentalmente è semplice, con un pesante uso dell'elettronica, un cantato freddo e volutamente vuoto in linea con il drastico testo che accusa il nostro anonimo vivere (Connet The Dots).
Liquido arpeggio ed assolo ci culla nel prog rock di Beneath The Waves. Un lungo tuffo nel passato quando tutto era diverso, quando non c'erano frontiere, mura e ci sentivamo, noi Forever, così bene. Il crescendo nel quale si palesano, con magistrali cori, le differenze con la situazione attuale è semplicemente da pelle d'oca. No!!! Non si può vivere nel rimpianto e così gli esseri immortali decidono a fatica (c'è chi è entusiasta e chi canta/urla i propri dubbi) di ricominciare da capo. Con un nuovo pianeta da coltivare. Un momento pieno di speranza e che merita un sound "allegro" (Newborn Race), proprio degli speranzosi progetti nuovi che ci rigenerano e ci fanno sentire vivi. Ma dai fatti si deve passare alla pratica e la scelta di cavalcare una cometa alla conquista dello spazio come meglio potrebbe essere rappresentata che da un lavoro di batteria sontuoso, voci penetranti testimonianti la pericolosità e importanza del compito intrapreso?
Nuova parentesi terrestre. Internet. La Terra attuale vive di illusioni; di incontri sul web dove si crede di amare una persona che non si conosce. La totale assenza di elettronica, soppiantata da arpeggio e violino creano una fin troppo credibile atmosfera di un vacuo amore grigio (Web Of Lies).
EARTH
L'occhio di bue si sposta definitivamente da noi, sulla Terra, perché i Forever per iniziare di nuovo devono pulire il pianeta prescelto dove il loro seme sboccerà e così, mentre in The Fifth Extinction piove metallo battente con riff pesantissimi, una cometa si schianta e solleva una polvere così fitta da permettere una nuova era e la contemporanea fine per i rettili. 65.000.000.000 di anni fa. La polvere si posa, le melodie si fanno spazio con l'ugola di Kursch e la vita umana ha inizio. Dobbiamo "riempierli"!!! E allora la pischedelica Waking Dream con il suo continuo groove: un alimento costante per l'umanità fatto di colori, emozioni, sensazioni e conoscenza generosamente elargito dai Forever. Ci nutriamo avidamente e cresciamo, rapidamente.
Altra parentesi contemporanea. Un uomo nei giorni attuali è malato (Lucassen) in ospedale e ha la capacità di vedere il futuro che attende l'umanità; nefasto e senza speranza. Un importante monito che sarebbe da raccogliere avidamente, ma tutto quello che è vero agli occhi della gente appare ilare: una canzonetta, una marcia quasi allegra perché non è presa sul serio (*).
L'evoluzione dell'uomo per i Forever è troppo lenta e allora c'è la necessità di dare una spinta per una Unnatural Selection magistralmente trasposta da un pezzo deciso e potente nel quale gli immortali discutono tra un giro di basso e un riff sulla possibilità di commettere lo stesso errore del passato e condannare l'umanità ad un futuro senza passione. Un'ancora di salvezza viene lanciata con River Of Time: visioni di orrore futuro indirizzate agli abitanti della Terra, ahime non raccolte (*), evocate da un metal sinfonico e danzante. Un fiume in piena che scorre nelle nostre menti senza lasciare il segno. La fine è ormai è vicina e i cupi suoni di Sixth Extinction ci fanno capire che ormai c'è solo tempo di celebrare la sconfitta dei Forever e del loro fallimento con l'estinzione dell'umanità. Quando? Nel 2085. 12 minuti memorabili di toccante classe con continui cambi di ritmo a rappresentare rimpianti. L'imminente fine ce la dà Jorn Lande con un semplice "Stop The Machine, Prepare To Die" che dà il là al gran finale strumentale e vocale e devo dire che è un gran bel morire.
CONSIDERAZIONI
Ho voluto dare così tanto spazio alla storia, ed a come la musica sia intrecciata con essa, perché non credo che la giusta chiave di lettura per un cd del genere sia quella di enunciare i mille ospiti e lodare le loro performance o le singole hit catalogandole per genere. "01011001" è un disco pesantissimo (da ascoltare molte volte prima di dare un giudizio) non per mero compiacimento del suo creatore, ma perché è complessa la storia che ci è stata raccontata la quale va letta ed ascoltata assolutamente in un continuum. La musica, come raramente accade, cambia in funzione del testo. Certo non è un disco per tutti, ma chi ha orecchio paziente potrà apprezzare la sua struttura e grande musica in simbiosi con l'apocalittico e riflessivo racconto ben reso dagli ospiti.
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