Arjen Anthony Lucassen prima di essere un grande musicista è un eccellente artista: nel corso degli anni ha prima affermato la sua importanza nell'orizzonte del progressive e ha poi avuto la forza di ribadirla successivamente con splendidi album come "Thu human equation" e "01011001". Eppure precedentemente a queste monumentali esperienze sonore, il lavoro di Anthony Lucassen era partito in sordina: infatti il primo vagito fu emesso nel 1995 con "The final experiment", ancora oggi uno dei suoi lavori meno conosciuti.
Un debutto magniloquente, lavoro complesso e grandioso per un musicista alle prese con le prime lavorazioni in studio con un progetto molto ma molto ambizioso fin dalla sua nascita. Già con questo disco il polistrumentista olandese mette in chiaro il suo modo di concepire e produrre musica: The final experiment è un concept album, elemento ricorrente nella discografia di Ayreon. Quì la storia è quella di Ayreon, un menestrello cieco del VI secolo che avendo la capacità di percepire messaggi dal futuro, comprende la situazione disperante in cui finirà il mondo: carestie, guerre, distruzioni ambientali e altri problemi di vario genere. Da questa base di partenza si evolve poi la concezione prettamente stilistica di Lucassen, cioè la fusione completa e continua delle più disparate influenze del rock in genere. Si spazia con disinvoltura dall'hard rock melodico dei seventies, a suoni decisamente moderni. Si accarezza il metal più leggero e non vengono disdegnate intrusioni prese qua e là dall'opera e dal prog rock più complesso. Il risultato finale è quello di un lavoro lungo ma sempre ben bilanciato nelle sue diverse contaminazioni e soprattutto orecchiabile fin dal primo ascolto grazie a un'ottima ricercatezza melodica.
Circondandosi di musicisti più o meno conosciuti, Lucassen da vita ad una rock opera dai tratti essenziali, dove i tecnicismi sono ridotti all'osso. E' forse questa una delle caratteristiche principali del progetto Ayreon e di Lucassen: egli non intende il prog come l'evolversi magmatico e continuo di tecnicismi fini a se stessi, inutili. La sua concezione di prog è quella di un genere che attraverso il matrimonio delle più disparate influenze riesce a far scaturire dalla musica delle emozioni pure. Questo è il caso delle dolci "Nature's dance" e "The charm of the seer", esempi lampanti di come la melodia possa sposarsi a meraviglia con un'atmosfera di fondo presa direttamente in prestito dagli anni settanta. Inoltre si percepisce un'attrazione per la new age, che viene ribadita anche in "Sail away to Avalon", altra composizione fantastica alternata su diversi registri stilistici. Quest'atmosfera che richiama il passato è ben presente in tutto l'album e si mescola a suoni molto più "futuristici" come quelli di "Computer reign", mentre la suite "The banishment" mette in risalto tutte le maggiori componenti della musica per come essa è concepita da Lucassen: momenti iniziali dal tocco paradisiaco che si evolvono nella seconda parte in una cavalcata progressive davvero coinvolgente.
Sarebbe fuorviante citare tutte le tracce del cd e le loro influenze, anche perchè si rischierebbe di sminuire un lavoro musicale e tematico notevole. The final experiment, sebbene sia ad oggi un album abbastanza "inesplorato" della discografia di Ayreon è comunque un lavoro che metteva già in chiaro le caratteristiche della musica di Lucassen, la sua voglia di stupire attraverso un turbinio orgasmatico delle più diverse correnti del rock in particolare e del metal. Meglio riscoprirlo un lavoro del genere...
1. "Prologue" (3:16)
2. "The Awareness" (6:36)
3. "Eyes Of Time" (5:05)
4. "The Banishment" (11:08)
5. "Ye Courtyard Minstrel Boy" (2:46)
6. "Sail Away To Avalon" (4:02)
7. "Nature's Dance" (2:28)
8. "Computer Reign (Game Over)" (3:24)
9. "Waracle" (6:45)
10. "Listen To The Waves" (4:59)
11. "Magic Ride" (3:36)
12. "Merlin's Will" (3:20)
13. "The Charm Of The Seer" (4:13)
14. "Swan Song" (2:44)
15. "Ayreon's Fate" (6:57)
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