Ai tempi di questo disco (pubblicato nel 2003) i Babalot erano ancora una band vera e propria, Sebastiano Pupillo (voce e chitarra) non aveva ancora assunto il ruolo di one man band e da qui si erano tracciate le coordinate per quel disco stupendo che poi risultò essere "Un Segno Di Vita".

Dopo un paio di demo, quelli dell'Aiuola Dischi li mettono sotto contratto ed ecco venire alla luce "Che Succede Quando Uno Muore". Un intro strumentale elettronica (quasi trip hop) ci introduce nel mondo dei Babalot...."Sono un vigile paziente che non vuole fare multe, sono la domenica che segue alle tue sbronze, sono quell'amico che ti ha fatto ubriacare, sono un crampo nero e fitto senza il quale non puoi stare" (Senza Titolo (3 Agosto))....un biglietto di presentazione sostenuto da un tappeto sonoro martellante, per poi passare ad un testo surreale con un ritornello che ti s'appiccica in testa da subito come quello di "La lavatrice e il muro"...cosi come in "Festa n.3" e "Forse una donna"...testi sempre più ironici (Sono un cesso di chitarrista e questa è la mia cazzo di festa)...armi a doppio taglio... electro pop d'autore potremmo definirlo... perchè se al primo ascolto i Babalot ti fanno sorridere, subito dopo il valore di quelle parole cosi bene incastrate tra di loro inizia a crescere e ti ritrovi a contemplare filastrocche apparentemente nonsense come "Panca bestia".... segui gli intermezzi bristoliani... brani da heavy rotation (La Mantide) per i quali uno come Fabrizio Moro pagherebbe oro (tra l'altro la voce di Sebastiano qui è molto simile a quella del vincitore di Sanremo)... appaiono spettri poi in "Schifo" ... ballata dolcissima e amarissima (vedo troppi idioti in giro non so fare altro che chiedermi a che servono pure quando fai rumore il tuo rumore è sempre meno)... la stessa amarezza dosata con più ironia nella successiva "Ferie Mentali"....nipotini di Rino Gaetano... che riescono tra un'allitterazione e l'altra a offrirci anche una canzone d'amore che colpisce al cuore come "Una cosa sola".... poi c'è il lo-fi di "Ma che ti ho fatto".....e la conclusione affidata a "La morte di una medusa"  e "Lo Spettro" (ghost track)... con testi anche questi veramente figli della migliore canzone d'autore italiana....

Insomma un disco che per chi ama l'indie italiano a mio parere è imprenscindibile... piccolo capolavoro underground

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