"..But don't you cry babe, because tonight we'll have a shady time" (Eileen)

È notte fonda. Sai di trovarti lontano da casa, ma non troppo perché c'è musica tutt'intorno. Immagina a questo punto di sentire delle innocenti risate, come di bimbi che giocano, provenire da chissà dove. Inizi a porti delle domande ed agitarti, finchè una mano ti sfiora delicatamente la spalla e ti sussurra all'orecchio : "Do you want to dance my child?". Il consiglio spassionato di chi scrive è quello di non avere esitazioni e seguire questa musa misteriosa e allegra, danzarci assieme, conoscere i suoi simpatici amichetti e poi chissà...

Fortissime le dicotomie nei testi e nelle musiche di questo "Come!", primo cd dei Baby Blue prodotto da Paolo Benvegnù, che si intersecano in maniera suadente e irresistibile. Fascino ombroso e giochi d'infanzia, melodia e rumore, spontanea ironia e riff malinconico-supplichevoli della migliore tradizione blues si alternano con maestria, grazia e un dolce, maledettissimo fascino d'altri tempi (quali, non lo so davvero!). La musica sa essere ruvida e dura, ma proprio quando sembra che le cose stiano sfuggendo di mani ai nostri veniamo stupiti da cambi di ritmo, improvvise carezze vocali o assoli tanto essenziali quanto d'impatto.

Tutto meticolosamente studiato dunque?

Esattamente il contrario. Questa perfetta armonia tra zucchero e fiele nasce spontanea da un'attitudine per l'arte propria di chi la musica ce l'ha nel sangue e proprio per questo non potrebbe farne senza. Il Gusto. Ecco quello che differenzia un cd ben suonato, cantato e prodotto da "Come!", una spontanea tendenza alla melodia più bella, che riesce però a dare il naturale spazio che merita alla violenza compositiva e alle urgenze musicali del gruppo. Parlo di "Suga" o "Rita", dove le dolcissime strofe da filastrocca vengono improvvisamente interrotte da brusche e piacevolissime esplosioni di chitarra/voce; o "Took Me Long", splendida supplica d'amore che si sviluppa in un crescendo ritmico e vocale incantatore e si conclude in un giocoso amplesso tra le voci di Mirko e Serena.

"River", a mio parere una delle vette del cd, ti trascina e ti strazia per i tre quarti del pezzo, forte di un connubio batteria/chitarra sapientemente "monotono" che trovano finalmente sfogo e soddisfazione, ma solo per un attimo; perchè il finale è tutto di Serena e della sua voglia di danzare. "Under Your Foot" è ormonale, malata nella sua dolcezza e dignitosamente potente nel suono; un sogno, non per chi l'ha scritta ma per chi ascoltandola non può fare a meno di non immaginare una notte di ardori e carezze.

Serena Altavilla in tutto ciò Canta. Sussurra. Urla. Così distante da questa splendida notte blu di amori, baci e girotondi, eppure così in simbiosi, nel suo canto, con l'impatto sonoro delle tracce.

Velvet Underground, Elvis Presly, Jon Spencer Blues Explosion, Violent Femmes, Bob Dylan. Sono solo alcuni dei gruppi ai quali, per i più svariati motivi, potrebbero essere paragonati i pratesi Baby Blue. Ed è evidente che di dischi (e che dischi!!!) ne hanno ascoltati i nostri Baby Blue. Ma anche solo azzardare un qualsiasi paragone sarebbe un'operazione forzata e decontestualizzante, che priverebbe "Come!" di quell'insieme di incanto, allegrezza e ombrosità creatosi solo grazie al talento e all'intelletto artistico che caratterizza questi quattro ragazzi.

Brivido!

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