Ancora una volta mi trovo ad ascoltare il "Live in Paris" dei Backyard Babies. E succede sempre per due motivi, in primis cerco di convincermi che la Scandinavia non è solo terra di gruppi metal e proto-metal. E poi, beh, questo "Live In Paris" è veramente trascinante. Le prestazioni live di questo gruppo sono assolutamente fuori discussione. La loro discografia infatti pur poggiando su basi solide come "Total 13" alterna alti e bassi, ma con questo Live raggiunge sicuramente il picco di qualità più alto. Dal vivo questi quattro svedesi rendono le loro canzoni veramente speciali, tanto (per chetare i vostri eventuali dubbi, vi ricordo) che i Backyard sono stati scelti dai Social Distortion per aprire le loro date del Tour nel 2005.

La scaletta del Live pesca tra alcuni dei migliori pezzi dell'intera discografia (fino al 2004). Da segnalare in particolare a chi volesse ascoltare per la prima volta il disco "Heaven 2.9", "A Song For The Outcast" e "The Clash" che costituiscono l'ossatura centrale del lavoro e permettono di capire quanto possano essere esplosive le performance dal vivo del gruppo. Una batteria sempre "picchiata" ma puntuale, due chitarre non troppo distorte e dalle evoluzioni sempre riconoscibili ed una linea di basso utilizzata al meglio contraddistingono la loro musica. I testi trattano degli argomenti "classici" del Punkrock, amore, morte, e critica sociale. Nulla di nuovo sotto questo aspetto, ma le canzoni non sono comunque banali e rimangono "fresche" anche dopo numerosi ascolti.

Consiglio vivamente l'acquisto o quantomeno l'ascolto di questo disco; è veramente necessario per comprendere quanto possano spingersi oltre i limiti le qualità di un gruppo davanti al proprio pubblico.

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